Sardegna Viaggi

DORGALI

Visita all’Antica Falegnameria e alla Cantina Sociale
Sardegna: giorno 2 

Domenica 28 maggio 2023  

Il secondo giorno della nostra vacanza low cost in Sardegna, dopo essere stati a Cala Gonone, ci siamo spostati a Dorgali per visitare due luoghi aperti durante l’iniziativa Musei Aperti: uno di archeologia artigianale, l’Antica Falegnameria, e l’altro molto più godereccio, la Cantina Sociale.

Dopo il pranzo a Casa Olivastra, siamo nuovamente pronti a partire in direzione di Dorgali, dove parcheggiamo in una strada alberata, Corso Umberto, prima di entrare nei vicoli del centro.

Gregge lungo la strada.
Dorgali.

ANTICA FALEGNAMERIA DORGALESE

Visita Monumenti Aperti – 45 minuti 
Ingresso gratuito – Animali ammessi 

Prima tappa del nostro pomeriggio è l’Antica Falegnameria Dorgalese, in uno stretto vicolo vicino alla Chiesa di Santa Lucia e all’annesso monastero benedettino delle suore di clausura.

La fondazione ufficiale della falegnameria è datata  1932, ma il primo nucleo dell’impresa esisteva già anni prima. Giampiero Arras, nato a Nuoro a metà Ottocento, diede avvio all’impreso sfruttando la propria passione per la costruzione dei carri e l’esperienza acquisita in bottega. Durante la prima esperienza lavorativa, infatti, aveva notato che in molti erano interessati a compare carri e attrezzi; quindi, nel 1869 si trasferì a Dorgali e aprì la prima bottega di costruzione di carri e oggetti in legno per la casa: un anno più tardi vendette i primi due carri. Non passò molto tempo prima che la sua attività, sempre più fiorente, dovette trasferirsi in spazi più ampi: si trasferì nella casa davanti all’attuale falegnameria.

Antica Segheria Dorgalese - carro.
Antica Segheria Dorgalese.

Dal matrimonio con Maria Mula (1876) nacquero una figlia femmina e due maschi, che andarono a scuola e continuarono il mestiere paterno. Alla fine dell’Ottocento Giampiero ampliò il laboratorio e lo trasferì nel luogo attuale. I figli che nacquero in seguito furono tutti impegnati nell’attività fondata dal padre e portata avanti dai due fratelli maggiori, che erano divenuti già esperti falegnami quando Giampiero morì nel 1906.

Dopo la Prima guerra mondiale i tre fratelli Arras divennero gli artigiani più importanti, punto di riferimento imprescindibile per i contadini del territorio perché gli unici capaci di costruire e riparare i carri. Questi artigiani non si limitavano alla lavorazione del legno, ma anche del ferro, usato, ad esempio, per il fuso che sostiene le ruote; ordinavano addirittura i pezzi da Bergamo e dalle fonderie di bresciano!

Nel 1930-33 l’energia elettrica arrivò a Dorgali e i fratelli Arras furono i primi ad utilizzarla per azionare la loro sega a nastro e la piallatrice. I nuovi macchinari ridussero i costi, ma divenne necessario assumere una persona forte e prestante; così assunsero un ragazzo ventenne che imparò pian piano il mestiere e collaborò con loro fino al 1949, quando costruirono un nuovo laboratorio con altri macchinari.

Negli anni Cinquanta la produzione arrivò a toccare i 70 carri in un anno! Si tratta di un dato davvero impressionante, anche perché erano già presenti le auto…

Antica Segheria Dorgalese.
Antica Segheria Dorgalese.

La falegnameria è rimasta in attività fino agli anni Settanta, quando è stata chiusa dall’ultimo esponente di questa antica tradizione, il Sig. Ciriaco Arras, nipote del fondatore e impegnato a produrre solo oggetti della casa, a causa della sua miopia.

E adesso chi è il proprietario? Sempre la famiglia Arras, che ha dato il permesso per svolgere la visita durante l’iniziativa Monumenti Aperti e che si è impegnata nel rifacimento del tetto, che era crollato.

Oltrepassato il portone di legno, attraversiamo il cortile in discesa e ci pare già di essere entrati in un altro tempo: alla nostra destra è esposto un grande carro, che era solitamente costruito in leccio e con grande maestria e sapienza del materiale, poiché la pianta doveva avere precise caratteristiche per essere abbattuta. Le nostre piccole guide, i bambini della V elementare della scuola di Cala Gonone ci spiegano il funzionamento del carro e le parti che lo compongono.

Antica Segheria Dorgalese - tessitura.
Antica Segheria Dorgalese - tessitura.

In fondo al cortile sono esposti i modellini di due telai, anch’essi in legno e opera dei falegnami locali. Ci viene spiegata come funziona la tessitura e visitiamo la piccola stanza a destra, allestita come un micro-museo del tessuto.

Ma l’ambiente in assoluto più bello e sorprendente è la grande struttura della falegnameria, dove sono conservati utensili della civiltà contadina e macchinari degli albori della civiltà industriale, ancora funzionanti. Si tratta di un vero e proprio museo del lavoro, che attraversa due epoche tra la manualità contadina e la nuova modernità delle macchine.

Qui è racchiusa la storia di una famiglia, quella degli Arras, ma anche dell’intero paese di Dorgali: nei libri, infatti, si leggono i nomi di tutte le famiglie del luogo. Sfogliamo le pagine di un registro, infatti, una signora si è commossa individuando il nome di persone a lei conosciute e che adesso non ci sono più…

Per noi, da semplici turisti e curiosi, è stato emozionante entrare in un luogo così autentico, verace, intessuto di storia e cultura artigiana… Si respirava un’atmosfera di un altro tempo!

Usciamo appena in tempo per incamminarci verso l’ultima visita della giornata, quella alla Cantina Sociale, che dista soli 5 minuti a piedi.

Antica Segheria Dorgalese.
Cantina Sociale di Dorgali.

CANTINA SOCIALE DI DORGALI

Visita Monumenti Aperti – 45 minuti 
Ingresso gratuito – Animali in braccio o nel trasportino/zainetto

In una tranquilla via residenziale, il grande edificio potrebbe apparire come un enorme casermone industriale se non fosse per il bel murales che lo decora e ci proietta nel mondo vinicolo: al centro troneggia il logo della cantina, con il suo anno di fondazione (1953), scortato ai due lati da scene della vinificazione con due figure gigantesche.

La visita inizia proprio sotto il dipinto ed è curata da alcuni ragazzi del liceo, che ci introducono innanzitutto ad un argomento molto peculiare: la storia di un cooperativismo molto radicato a Dorgali e che affonda le proprie radici nell’Ottocento, durante il Regno Sabaudo e lo Statuto Albertino. Le norme stabilivano come fosse possibile radunarsi pacificamente e senza armi; nacque così la prima Società di Mutuo Soccorso (1899). Associazionismo e cooperativismo sono diffusi nel territorio e la prima cooperativa a Dorgali fu dedicata al bestiame, al fine di garantire sostegni economici per far fronte a calamità naturali, furti o malattie degli animali. Nel 1910 fu fondata la Cassa Rurale Dorgalese per le coltivazioni, la raccolta e gli aiuti ai contadini. Due anni più tardi nacque la prima cooperativa di produzione, denominata Buon Cammino; in seguito all’infestazione di un parassita, fu deciso di piantare viti americane, che rimanevano indenni.

Cantina Sociale di Dorgali.
Cantina Sociale di Dorgali - Lorenzo e Frida.

Nel Secondo dopoguerra si formarono due cooperative, di cui una si estinse, mentre l’altra riuscì a sopravvivere. I soci di quest’ultima erano braccianti e avevano attrezzi meccanici per lavorare meglio il terreno. In quegli anni, inoltre, il Partito Comunista aveva proposto una riforma in ambito agrario e nel 1962 iniziò un piano di rinascita, con l’avvento di nuove cooperative. Il parroco di Dorgali, don Meloni, minacciò che i comunisti volessero fare le vigne nelle terre di tutti e si oppose fermamente; tuttavia, la Cantina Sociale, fondata nel 1953 da Giovanni Corrias, continuò a vivere e a prosperare, soprattutto con vino rosso e rosato, un vino corposo per essere venduto sfuso.

Nei primi 15 anni di vita, la cantina si dedicò ad un mercato prevalentemente regionale, che si ampliò poi coinvolgendo Francia e Veneto, dove il vino era ricercato per mischiarlo con la loro produzione, di gradazione più bassa. In seguito, furono aggiunti altri vini, ma il cambiamento maggiore è avvenuto nel XXI secolo, quando è stato deciso di investire maggiormente sulla qualità, invece che sulla quantità. Adesso vengono posti diversi obiettivi, a cui i soci possono partecipare; l’esportazione avviene in Germania, Svizzera e Olanda e sono prodotte 24 etichette con destinazioni diverse per supermercati, hotel, ristoranti ed enoteche.

I soci aderenti sono proprietari di 550 ettari di vigneto, che si estendono anche nei comuni confinanti della Barbagia di Ollolai e delle Baronie. I vigneti vengono allevati sia secondo le tradizionali forme ad alberello, sia secondo le più moderne tecniche a spalliera. Il 90% della produzione è costituita da cannonau, vitigno principe del territorio: quest’uva viene selezionata con cura e destinata alla produzione di vini DOC e IGT. I soci conferitori producono anche uve internazionali, come il cabernet sauvignon e il merlot, oltre alle uve più tradizionali, come il vermentino. 

Cantina Sociale di Dorgali.
Cantina Sociale di Dorgali.

Due fattori mi paiono degni di nota. Il primo è l’impiego di macchine per vendemmiare, non per una scelta di risparmio ma perché purtroppo manca la manodopera. In secondo luogo, le vigne di queste terre hanno una vita lunga quasi il doppio di quella nel nord Italia, dove sopravvivono al massimo 15 anni, mentre qui ne durano anche 25. Perché? La risposta è semplice: perché la Cantina Sociale ha deciso di puntare sulla qualità, non sfruttando la massimo la produzione.

Iniziamo adesso la nostra visita della cantina e ci avviamo sul retro del grande edificio, il cui primo nucleo fu edificato tra il 1953 e il 1956, successivamente ampliato negli anni grazie alle maestranze locali organizzate anch’esse in cooperative. Dopo una leggera salita arriviamo all’area per la campionatura e lo scarico: qui avviene la pesatura e i prelievi sono effettuati da un braccio meccanico al fine di valutare la qualità dell’uva per pagarla di conseguenza. Accanto troviamo il luogo della pigiatura e i tubi che entrano nella cantina.

All’interno troviamo la grande sala per la fermentazione e quella della trasformazione, dove lavorano dai sei ai sette operatori. Scendendo le scale entriamo nella zona dedicata alle uve del primo obiettivo, meno numerose ma più pregiate. La fermentazione avviene in contenitori più piccoli e dura più a lungo, prima che l’uva sia spostata nelle botte. La lavorazione impiega più tempo, con un affinamento lungo in botti di legno e poi in bottiglia.

Cantina Sociale di Dorgali - Lorenzo, Federica e Frida.
Cantina Sociale di Dorgali.

Passiamo alla parte più antica della cantina, il nucleo originale, dove ci sono le vasche per il travaso, un tempo in cemento armato e ora in acciaio per mantenere la temperatura del vino costante e garantire un invecchiamento più lento.

Dopo la rimozione delle impurità e il filtraggio, arriviamo all’ultima fase, quella dell’imbottigliamento. In fondo ad un lungo corridoio troviamo la sala dedicata a questo procedimento, fino all’etichettatura e alla pesa dei cartoni.

Prima di tornare all’esterno, visitiamo la sala delle riunioni per i soci e per il consiglio di amministrazione e quella, molto scenografica, per le degustazioni, con l’esposizione di prodotti storici e alcune opere del pittore dorgalese Antonio Fancello.

La Canina Sociale produce ben un milione e cinquecentomila bottiglie l’anno e festeggia nel 2023 il suo settantesimo anniversario dalla fondazione. La decisione di aprire le porte all’iniziativa Monumenti Aperti è legata a questo importante traguardo e noi non potevamo essere più contenti.

Ci fermiamo un momento nel negozio, dove approfittiamo di un brindisi tra amici e conoscenti per assaggiare anche noi un bicchiere di rosso, Icorè, composto dal tipico cannonau di Sardegna… L’ambiente è molto curato e raccolto; finalmente possiamo posare Frida a terra (dato che ci avevano detto che poteva entrare anche nella cantina, non ci eravamo attrezzati con lo zainetto e Lorenzo ha dovuto portarla in braccio per tutta la visita) e ci godiamo la piccolissima degustazione.

Cantina Sociale di Dorgali.
Cantina Sociale di Dorgali.

Molto scenografica è la vendita del vino sfuso, che avviene riempiendo le taniche con una sorta di pompa della benzina: una trovata divertente e curiosa!

Sono ormai le sette di sera ed iniziamo ad avviarci verso casa, dove ci aspetta una cenetta nel giardino ammirando il panorama pian piano sempre più avvolto nell’oscurità… Andiamo a letto presto perché il giorno dopo ci attende un bel trekking in direzione delle Grotte del Bue Marino!

PS: per un itinerario completo di Dorgali, non perdetevi la visita al Museo Archeologico!

BUDGET GIORNO 2

  • 2 Cappuccini da Retrovino a Cala Gonone e barattolo di asparagi sott’olio: 19,50 euro 
  • Spesa supermercato Despar Cala Gonone: 39,47 euro 

Complessivo 9 giorni per 2 persone 

  • Biglietto nave: 243,81 euro + 30 euro biglietto cane 
  • Soggiorno Casa Olivastra: 756,24 euro 
  • Benzina: 100,00 euro 
  • Al giorno: 62,78 euro a testa 

Totale a testa Giorno 2: 92,27 euro 

INFORMAZIONI


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