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GITA A CAPANNOLI

Raccolta delle erbe selvatiche, Santo Pietro Belvedere e Capannoli (PI)

Venerdì 14 aprile 2023

Con mia mamma e la cagnolina Frida ci siamo lanciate in una gita fuoriporta colma di paesaggi incantevoli, vasti panorami, opere d’arte contemporanea e scoperte storiche e artistiche, ma anche naturali con una visita guidata alla scoperta delle erbe selvatiche.


ALLA SCOPERTA DELLE ERBE SELVATICHE
B&B La Fanciullaccia


SANTO PIETRO BELVEDERE
Chiesa di San Pietro e Torre del Bellincioni
Installazione “Equilibri in Natura”
Parco della Castellina
Oratorio di San Rocco


CAPANNOLI
Chiesa della Santissima Annunziata
Chiesa di San Bartolomeo
Villa e Parco Baciocchi

ALLA SCOPERTA DELLE ERBE SELVATICHE

B&B La Fanciullaccia

Prima tappa della nostra gita è la scoperta delle erbe selvatiche, aromatiche e officinali: un’esperienza che abbiamo prenotato già a dicembre (era il regalo di Natale da parte mia per mia mamma), ma che si è potuta concretizzare solo adesso.

Partiamo intorno alle otto e mezza da Firenze e arriviamo poco prima delle dieci: fortunatamente il traffico sulla Firenze-Pisa-Livorno si concentra nell’altra direzione… Il B&B è poco fuori dal borgo di Santo Pietro Belvedere, comodamente raggiungibile grazie ad una strada asfaltata. Bastano poche centinaia di metri e siamo già in campagna! Parcheggiamo l’auto e troviamo Marilena che ci sta aspettando: l’ambiente è bucolico, con fiori, piante e un tipico casale agricolo.

B&B La Fanciullaccia.
B&B La Fanciullaccia - fonte.

Nel 1999 Marilena e Bruno hanno acquistato questo vecchio edificio in mattoni, un’antica casa colonica della fine del Settecento, insieme a mezzo ettaro di terreno e ad un paio di annessi, in cui sono stati ricavati il forno a legna e la rimessa degli attrezzi con il laboratorio/officina con impianto fotovoltaico sul tetto. Dopo qualche lavoro di ristrutturazione, si sono trasferiti a vivere qui (Marilena era un’erborista a Pontedera) e, successivamente, vi hanno aperto un piccolo e rustico Bed&Breakfast all’insegna del biologico, della campagna e della natura… Oltre al carattere rustico dell’edificio, infatti, ci colpisce l’abbondanza e la varietà delle piante, innanzitutto olivi e alberi da frutto, ma anche un orto con diverse erbe e una grande pianta di agrumi.

L’esperienza della scoperta e della raccolta delle erbe è solitamente riservata a chi soggiorna in una delle camere, ma Marilena è tanto gentile e appassionata da essersi lasciata convincere e aver ceduto alle mie insistenti richieste. Così, dopo una breve introduzione, ci avventuriamo nei dintorni per individuare le erbe che crescono sia lungo la strada asfaltata, ma soprattutto in corrispondenza di una fonte e del ruscelletto che da essa si genera e che divide alcuni campi coltivati.

B&B La Fanciullaccia - campi.
B&B La Fanciullaccia - erbe.

Ovviamente le erbe selvatiche variano a seconda della stagione, ma sono un’incredibile quantità: quelle eduli spontanee di questa zona sono circa ottanta! A queste si devono aggiungere novanta tipi di piante aromatiche, sia comuni sia rare, che crescono in quest’area… Infine, non dobbiamo dimenticare che alcune piante hanno anche proprietà officinali: Marilena ci racconta dei metodi di utilizzo e degli usi curativi di specie come il tarassaco (digestione e diuresi) o la piantaggine lanciuola (proprietà antinfiammatorie, contro la tosse e cicatrizzanti). Vicino al B&B La Fanciullaccia crescono molte piante da cui si estraggono rimedi floreali, ad esempio i Fiori di Bach.

Nonostante il mio interesse (e l’altra esperienza che avevamo fatto e che potete leggere qui), le mie capacità di riconoscere le erbe sono davvero scarse, mentre mia mamma se la cava piuttosto bene e, sotto l’attenta guida di Marilena, individua e raccoglie qualche specie. Vediamo la silene, la cicerbita, l’artemisia, ma anche il prezzemolo selvatico e il sedano, l’aspraggine (con proprietà antinfiammatorie) e il verbasco (che porta benefici protettivi e lenitivi alle vie respiratorie).

Tornando sui nostri passi, entriamo nell’orto, dove crescono diverse varietà di piante, soprattutto aromatiche, come il timo e la salvia. Marilena ci offre poi una tisana composta da lei: leggera e con un curioso aroma floreale, conferito dal geranio. Ci fermiamo a chiacchierare in giardino e in men che non si dica è già mezzogiorno e mezzo!

B&B La Fanciullaccia - orto.
B&B La Fanciullaccia.

SANTO PIETRO BELVEDERE

A poche centinaia di metri dal B&B, inerpicato su un cocuzzolo, il borgo di Santo Pietro Belvedere ci sembra il posto ideale per il pranzo. Così, raggiungiamo velocemente il centro, passando da un’ampia strada costeggiata da un muro di mattoni rossi, sul quale si apre una marginella, ovvero uno dei tanti piccoli tabernacoli, luoghi di sosta per una preghiera da parte dei passanti.

Santo Pietro Belvedere è un paesino composto da poco più di mille abitanti e svetta su una piccola altura di 150 metri slm; la sua struttura urbana è quella tipica del borgo castellano medievale, ma le sue origini sono molto più antiche. La città, infatti, fu fondata dagli Etruschi, come testimoniano i reperti, rinvenuti recentemente (nel 2018!), esposti adesso al Museo archeologico di Capannoli. La creazione del primo nucleo avvenne intorno al II secolo d.C. ma le prime tracce del borgo risalgono a solo mille anni dopo, in un documento del 1165 sulla pace tra pisani e lucchesi (Santo Pietro passò più volte sotto il controllo degli uni e degli altri).

Santo Pietro Belvedere - "Equilibri in Natura", piazza Belvedere.
Santo Pietro Belvedere - panorama.

Nel XIII e nel XIV sec. la podestà si mantenne stabile sotto l’egida della famiglia Gambacorti, appartenenti alla Repubblica Pisana. Nel Medioevo Santo Pietro era una vera roccaforte, con un castello, una triplice cinta muraria (opera dei Longobardi e molto rara in Toscana) e un’imponente torre, godendo inoltre di una posizione privilegiata perché situato su un piccolo promontorio da cui si può dominare la pianura circostante. Nel 1510 l’intero territorio pisano passò sotto il controllo di Firenze e della famiglia Medici e Santo Pietro non spiccò per vicende degne di nota fino alla conquista napoleonica (1796), quando passò sotto la municipalità di Capannoli.

Durante i due conflitti mondiali Santo Pietro Belvedere fu luogo di combattimenti e bombardamenti, soprattutto nel 1944, quando fu distrutto l’Oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento, importante per la comunità ma mai più ricostruito. Il toponimo “Belvedere” fu aggiunto in epoca fascista nel 1929 per evitare equivoci con il neonato Santo Pietro di Mussolinia di Sicilia (Catania).

Santo Pietro Belvedere - Chiesa di San Pietro.
Santo Pietro Belvedere - Torre del Bellincioni.

Chiesa di San Pietro e Torre del Bellincioni

Arriviamo in piazza Belvedere dove, oltre allo stupendo panorama e ai suggestivi scorci, il nostro sguardo si posa immediatamente sulla geometrica facciata della Chiesa di San Pietro.

Citata per la prima volta nel 1260, divenne pieve alla fine del Seicento e tale nome fu mantenuto fino al 1720, quando le fu riconosciuto il titolo di propositura. Niente rimane della struttura originale: a metà dell’Ottocento fu ingrandita e rinnovata su progetto dell’architetto toscano Pietro Bernardini e l’aspetto attuale si deve ai restauri del 1955-58.

L’interno sobrio è diviso in tre navate e lungo le pareti si possono notare dipinti della fine del Seicento e il fonte battesimale in marmo bianco (1686). Nella sagrestia, invece, è conservata una Madonna con bambino venerata come Madonna del buon raccolto.

Ciò che maggiormente calamita la nostra attenzione è l’imponente campanile, che sorge su una preesistente torre medievale, eretto dall’architetto Luigi Bellincioni (1881-83).  La peculiarità del campanile è la presenza di ben sette campane in bronzo, un’unicità per la provincia pisana!

Santo Pietro Belvedere - "Equilibri in Natura".
Santo Pietro Belvedere - "Equilibri in Natura".

Installazione “Equilibri in Natura”

In piazza Belvedere si incontrano la storia e l’arte contemporanea, rappresentata dalle installazioni “Equilibri in Natura“, create dall’azienda Naturaliter. Un grande cartello esplicativo ci spiega il significato e il contesto in cui si inseriscono i tre gruppi scultorei che dominano il centro della piazza e si arrampicano lungo uno dei suoi lati: la ricerca di un equilibrio tra noi stessi e gli altri. “Lo sviluppo, per come oggi lo conosciamo, ha da sempre valorizzato beni naturali per trarne profitto. Togliere senza rimettere crea disequilibrio, una sofferenza del sistema, nostra o di altri. La serie di sculture denominate “EQUILIBRI IN NATURA” e disposte nei due Cuori Verdi storici del Comune di Capannoli, il Parco di Villa Baciocchi e il Parco della Castellina, sono ad indicare che l’unica forma di evoluzione possibile è l’EQUILIBRIO”. Sinceramente (ed è abbastanza raro per me nei confronti dell’arte contemporanea), non solo concordo con il messaggio che quest’opera vuole veicolare, ma trovo anche molto gradevole la sua realizzazione, che è specificatamente pensata per occupare questo luogo. [In generale, apprezzo la land art, come ho già ampiamente espresso nella visita alle installazioni Respir-Art sul Latemar, in Trentino.)

Anche se noi l’abbiamo visitata deserta e sonnolenta, piazza Belvedere è il cuore pulsante di Santo Pietro: qui si svolgono le feste e gli spettacoli paesani, come il Festival itinerante della musica folk e teatro di strada.

Santo Pietro Belvedere - Terrazza panoramica.
Santo Pietro Belvedere - panorama sulle Apuane.

Parco della Castellina

Poche decine di metri oltre la piazza si estende il Parco della Castellina, il punto più elevato e più fresco del borgo, forse un tempo sede dell’acropoli etrusca.

Da non perdere è l’eccezionale terrazza panoramica, dove lo sguardo può spaziare fino alle cime (ancora innevate!) della Apuane… Proprio sotto di essa vi è il Tempietto degli innamorati, dove spesso si celebrano le unioni civili o vengono realizzati servizi fotografici.

Ci fermiamo per qualche scatto e per gustarci il nostro pranzo al sacco (mia mamma mi ha portato due tipi di torte salate senza glutine…).

Oratorio di San Rocco

Uscendo da Santo Pietro Belvedere ci fermiamo davanti all’Oratorio di San Rocco, il cui esterno spoglio e in decadenza non lascia intuire la chicca che custodisce all’interno: un interessante affresco staccato, raffigurante la Madonna con Bambino, attribuito alla scuola di Benozzo Gozzoli.

Santo Pietro Belvedere - Tempietto degli innamorati.
Santo Pietro Belvedere - Oratorio di San Rocco.

Tra l’altro questo oratorio è inserito tra il Luoghi del Cuore del FAI (ma non viene votato granché…). Il posto era un tempo chiamato Guardia Vecchia perché in tempo di peste era assegnato al Corpo di Guardia che doveva vigilare sul paese; nel 1632 fu eretto l’Oratorio di San Rocco, al quale gli edifici sacri sono spesso dedicati in segno di scampato pericolo. Dal restauro del 2008 sono emersi gli antichi affreschi seicenteschi dell’interno, prima coperti dall’intonaco; in particolare si riconoscono il marchese Malaspina e il figlio, oltre a Santa Caterina.

L’oratorio purtroppo è chiuso, così proseguiamo verso Capannoli…

CAPANNOLI

La prima volta che mia mamma mi ha parlato di questa piccola cittadina l’ho confusa con la più celebre Capannori… In effetti, il nome potrebbe somigliare e infatti ha la medesima origine. Il toponimo, infatti, viene menzionato fin dall’839 come Capannule, un derivato di capanna nel senso di casupola, proprio come Capannori e altri paesini toscani.

Meno antico di Santo Pietro Belvedere, un primo embrione di Capannoli fu probabilmente creato in periodo longobardo, ma la fondazione vera e propria avvenne in epoca medievale, sotto la giurisdizione dei Conti Della Gherardesca, che qui eressero un castello, snodo tra la Valdera e il Valdarno, tra Pisa e Volterra. Per volere di Matilde di Canossa, una parte di questo forte fu ceduto nel 1099 al Vescovo di Lucca, ma i Della Gherardesca tornarono a dominare Capannoli nel XII secolo, con Ugolino III. Nel XIII e nel XIV sec. la città conobbe la signoria dei Gambacorti e della Repubblica Pisana, passando poi a Firenze nel 1406. Per il resto la sua storia ricalca quella della vicina Santo Pietro Belvedere…

Prima di entrare nel centro cittadino, facciamo una deviazione per visitare la Chiesa della Santissima Annunziata, dalla quale si gode, tra l’altro, di una delle migliori viste di Santo Pietro Belvedere.

Capannoli - Chiesa della Santissima Annunziata.
Capannoli - Monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale.

Chiesa della Santissima Annunziata

Oltrepassato il cimitero e il Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale, ci troviamo di fronte all’elegante facciata della Chiesa, anticamente chiamata “Santa Maria a Urbano” o “Il Romitorio”, risalente al 1631 ed eretta come ringraziamento alla Madonna per la protezione concessa al popolo contro la grande epidemia di peste dell’anno precedente.

Originariamente in stile tardo gotico, la chiesa fu completamente modificata dall’architetto Francesco Melani nel 1714: l’intervento le ha conferito l’aspetto che vediamo oggi.

Anche se il portone è chiuso possiamo sbirciare da una finestrella per le offerte: numerosi stucchi, un altare in legno policromato e, ai lati, due statue che raffigurano l’Annunciazione, o meglio, due manichini in legno che per l’usanza dell’epoca erano vestiti con abiti di pregio.

Il campanile, in stile pisano, fu eretto più tardi, nel 1837.

Capannoli - panorama su Santo Pietro Belvedere.
Capannoli - Chiesa di San Bartolomeo.

Chiesa di San Bartolomeo

Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio di fronte alla Chiesa di San Bartolomeo, l’altro edificio religioso di Capannoli e il più importante del territorio.

In origine qui si ergeva la pieve di San Giusto in Padule, che fu sostituita dalla nuova chiesa nel 1398, anche se l’aspetto attuale è dovuto agli interventi ottocenteschi che hanno cancellato completamente le strutture medievali. Una curiosità: nel 1631 il pievano Lorenzo Borghini di Pisa riuscì ad ottenere (comprandolo) da papa Urbano VIII per sé e per i suoi successori il titolo di abate: per questo si parla di Abbazia di San Bartolomeo, anche se non vi è alcun monastero.

La facciata geometrica e lineare suggerisce il rigore che domina anche all’interno: tre navate scandite da colonne; sopra l’altare maggiore vi è un Crocifisso ligneo seicentesco, contornato dal Martirio di San Bartolomeo, di Giovanni Stefano Marucelli (XVII secolo) e dall’Eucaristia (fine XVII-inizi XVIII secolo).

Villa e Parco Baciocchi

Stiamo per concludere il nostro itinerario a Capannoli, ma non possiamo andarcene prima di essere entrati a Villa Baciocchi, che ci accoglie nella piazza principale, in posizione sopraelevata, dove un tempo si ergeva il castello medievale.

Capannoli.
Capannoli - Villa Baciocchi.

L’antica Villa Bourbon del Monte fu edificata in stile tardo barocco e neoclassico e fu completamente ristrutturata nel XVIII sec. Nel 1833 fu acquistata dai Marchesi Baciocchi che intervennero con nuovi restauri, di cui rimangono le pitture in alcune sale, raffiguranti il Conte Felice Baciocchi e la moglie Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone. Il progetto architettonico fu affidato al Bellincioni e adesso la struttura ospita due musei: zoologico e archeologico.

Il primo espone animali tassidermizzati, tutti reperiti in maniera etica da morti naturali in zoo, centri di recupero e parchi naturali; il secondo ospita reperti del territorio, come ceramiche, monete e frammenti di lapidi dal neolitico all’epoca etrusca, dall’età romana al Medioevo.

Passeggiamo nel giardino e ci godiamo il dolce e verdeggiante paronama…

Capannoli - Villa Baciocchi.
Capannoli - Villa Baciocchi.

Sulla via del ritorno ci fermiamo per un caffè al Verano’s Bar, poco distante dalla superstrada e tappa fissa per viaggiatori e locali (a quanto pare la pasticceria è ottima).

La nostra gita a Capannoli si è conclusa: abbiamo scoperto luoghi sconosciuti alla maggioranza, gradevoli e ricchi di storia e arte…

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