Un saggio su Carlo Levi dal periodo del confino alla Liberazione di Firenze
LUGLIO 2024
Questo volume ha una storia travagliata: l’ho ricevuto in regalo in occasione del mio primo tesseramento da parte della sezione ANPI di Firenze e ho iniziato subito a leggerlo nel gennaio 2017. Poi, inspiegabilmente, mi sono fermata. Il saggio ha viaggiato con me da una casa ad un’altra, da una libreria anni Settanta ad uno scaffale di legno fino ad un mobile moderno. Da qui l’ho preso nell’estate 2024 e ho deciso di ricominciare la lettura.
L’arse argille consolerai mi è capitato nuovamente in mano dopo anni, con ancora il segnalibro infilato a meno di cento pagine dalla fine… A distanza di oltre sette anni non avevo quasi alcun ricordo di ciò che avevo letto, ma permaneva la netta sensazione che mi fosse piaciuto molto. Così, ho deciso di iniziarlo una seconda volta e ho confermato quella prima impressione.
Sebbene io non sia un’amante di questo genere di saggi o dei temi incentrati sulla Seconda guerra mondiale, L’arse argille consolerai mi ha colpita profondamente e me ne sono innamorata, tanto da avere adesso la tentazione di leggere il celeberrimo Cristo si è fermato a Eboli.
Nicola Coccia, esperto giornalista, ha costruito magistralmente questo saggio incentrato su Carlo Levi, conferendo al volume una struttura quasi circolare, con il ritorno finale in forma diretta e indiretta del luogo del confino, con il quale inizia il libro, e con la figura di Paola Olivetti, la donna al tempo amata dall’artista e scrittore.
Lo stile di Coccia è esemplare: semplice ma non noioso, ricco di discorsi diretti e testimonianze, puntuali citazioni delle fonti, che pure non appesantiscono la lettura. Oltre alla scrittura, mi hanno conquistata due altri aspetti del saggio. In primo luogo, mi ha colpita la descrizione della terra del confino, Grassano prima e, poi, lo sperduto paese di Aliano; l’autore si trova proprio qui all’inizio del saggio, intrecciando le proprie impressioni a quelle di Levi.
Inoltre, leggere della guerra a Firenze e della lotta per la Liberazione, portata avanti innanzitutto dai partigiani e dai comitati cittadini, mi ha mosso qualcosa dentro, da fiorentina. Ho riconosciuto le strade, quelle bombardate, i palazzi dove rifugiarsi, i nascondigli e i luoghi occupati; molti dei nomi citati, oltre a quelli più famosi, non mi erano nuovi; ho ricostruito tra le pagine di Coccia un pezzo di storia che è anche mia.
Fiore all’occhiello del saggio è la quantità e la qualità delle testimonianze dirette, che vengono composte per ricostruire, come un puzzle, gli anni di vita di Carlo Levi dal momento in cui viene spedito al confino al nascondiglio a Firenze, soprattutto quello davanti a Palazzo Pitti, nella casa di Anna Maria Ichino, che aveva appena partorito il figlio Paolino.
Qui l’artista diventerà anche scrittore, componendo il Cristo si è fermato a Eboli, narrando per iscritto i luoghi e la gente del suo esilio.
Alla fine del saggio possiamo osservare alcune foto inedite, che permettono di vedere, attraverso il filtro del bianco e nero, i posti e i personaggi più importanti, oltre a Carlo Levi stesso. Diamo così un volto ai protagonisti della storia e li poniamo in azioni in luoghi veri e concreti.
L’ultima pagina è dedicata al quadro di Carlo Levi che rappresenta la sua famiglia negli anni dell’occupazione di Firenze: lui, Anna Maria Ichino e il piccolo Paolino.
L’arse argille consolerai trae il titolo da un verso di una delle poesie che Levi scrisse ad Aliano, parole dirette a Paola Olivetti, la donna amata e che viaggiò fino a Grassano per poter poterlo incontrare. Vi è in questa frase il miscuglio caratteristico dell’intero libro: distruzione e dolore, accudimento e affetto, consolazione e tepore domestico, aridità e disfatta. Rappresentano bene il sentire di un uomo e, al tempo stesso, di un momento storico, alla fine della guerra, pronto a rialzare la testa e a curare le ferite.
Nicola Coccia procede per quasi trecento pagine in una ricostruzione meticolosa e complessa, ma resa fruibile e per questo ancor più lodevole.
Non si può considerare L’arse argille consolerai come un manuale divulgativo, ma ha il grande pregio di non essere pensato e rivolto ad una cerchia ristretta di intellettuali; scorrendo le pagine, sentiamo che il lavoro di ricerca qui riportato vuole parlare a tutti coloro che possono essere interessati. Non vi è retorica, ma grande umanità: non immagino un modo migliore per raccontare di un artista e scrittore e di un periodo storico così difficile.
TRAMA
L’arse argille consolerai: Carlo Levi dal confino alla Liberazione di Firenze attraverso testimonianze, foto e documenti inediti è stato pubblicato nel 2017 e, attraverso ricerche, testimonianze e dati di archivio, ricostruisce la figura di Carlo Levi, medico, artista, componente del Comitato Toscano di Liberazione.
Dopo il confino in provincia di Matera, lo scoppio della guerra e l’occupazione di Firenze, la sua storia si intreccia con quella di Anna Maria Ichino, che lo ha protetto a Firenze e del cui bambino è stato padre putativo. In questi anni è avvenuta anche la scrittura del Cristo si è fermato a Eboli, redatto proprio durante l’occupazione tedesca… Non ultima vi è la storia della figlia segreta di Levi, che conclude il saggio.
NICOLA COCCIA
Collaboratore dell’Avanti! nel 1966, ha in seguito lavorato nella redazione fiorentina del Lavoro di Genova, diretto da Sandro Pertini. Nel 1978 è stato assunto a La Nazione e negli ultimi trent’anni si è occupato dei principali fatti di cronaca che hanno segnato la storia di Firenze.
IL LIBRO
Nicola Coccia, L’arse argille consolerai: Carlo Levi dal confino alla Liberazione di Firenze attraverso testimonianze, foto e documenti inediti, Edizioni ETS, Pisa, 2017 > https://www.edizioniets.com/scheda.asp?n=9788846751614
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