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ESCURSIONE TEMATICA A DOSS ZELOR

Un percorso ad anello tra storia, archeologia, natura e geologia

Martedì 6 agosto 2024

I percorsi tematici sono tra i nostri preferiti perché riescono a coniugare movimento, scoperta attiva del territorio e nuove conoscenze, facendone esperienza diretta… Non a caso abbiamo apprezzato molto quello a Ziano di Fiemme, di carattere prevalentemente urbano, o quello alla scoperta della Cava de le Bore, immerso nel bosco. A Doss Zelor abbiamo camminato su un itinerario molto semplice, lungo circa un chilometro e mezzo, e adatto davvero a tutti! Noi ci siamo stati proprio il giorno del mio compleanno, nel tardo pomeriggio, ed è stata una bellissima esperienza…

Lunghezza complessiva1,4 km
Tempi di percorrenza1h (senza soste)
Dislivello59 m.
Grado di difficoltàMolto facile
SCHEDA TECNICA

Mappa dell'itinerario tematico Doss Zelor.


Arrivando da Cavalese o da Castello di Fiemme, possiamo lasciare comodamente la nostra auto nel parcheggio gratuito accanto all’impianto sportivo in via Dolomiti. Se, invece, desideriamo camminare, possiamo raggiungere l’inizio del nostro percorso inserendolo nel più ampio itinerario che congiunge Cavalese e Castello e di cui vi abbiamo parlato qui.

Si tratta di una vera e propria passeggiata, della durata di un’ora senza soste, ma che si allunga fino a due nel caso in cui vogliate fermarvi a leggere i 9 pannelli illustrativi che compongono il percorso tematico Finestre nel tempo al Doss Zelor. Noi lo consigliamo vivamente perché le didascalie non risultano pesanti, grazie all’uso di un lessico frizzante e coinvolgente, e offrono numerosi spunti di riflessione e informazioni preziose sull’area che ci circonda.

Il percorso tematico è introdotto da un bel pannello illustrativo, che anticipa quelli delle tappe seguenti. Posto in posizione perfettamente visibile e decorato con un’installazione in ferro, ci introduce al filo conduttore dell’itinerario: l’esistenza di luoghi dove affiorano le tracce del passato, delle vere e proprie “finestre nel Tempo”, che sono un collegamento con secoli e millenni antichi e ci proiettano verso il futuro.

La zona dove ci troviamo adesso, Doss Zelor, è caratterizzata proprio dalla presenza di queste finestre temporali che riguardano la storia del mondo, la sua geologia, ma anche la natura, piante e animali, e ovviamente la presenza dell’uomo… Iniziamo, quindi, il nostro itinerario in leggera discesa, lungo una strada ben lastricata, che si allontana dal centro abitato e ci conduce tra i campi.

Percorso tematico Doss Zelor - panorama su Cavalese e Cornacci.
Percorso tematico Doss Zelor - inizio della passeggiata.

Dopo pochi minuti, troviamo la prima finestra nel tempo, dedicata alle recinzioni tradizionali, che hanno cinto queste terre a partire dal I sec. a.C. fino ai primi decenni del Novecento. Costruite in legno, delimitano le strade e gli appezzamenti, creando il tipico paesaggio alpino… Da qualche decennio, però, l’antico modo di costruzione delle recinzioni è stato soppiantato dall’uso di altri materiali. Fortunatamente è stato operato un vero e proprio intervento di restauro ambientale, di cui possiamo ammirare i risultati! Le moderne recinzioni sono state nuovamente sostituite da quelle tradizionali, in legno e non regolari, eppure capaci di dare armonia al dolce paesaggio.

Seguendo il limitare dei pascoli, dei campi e delle loro recinzioni, arriviamo ad un affaccio da cui possiamo apprezzare le pareti della Val di Fiemme, con la catena del Lagorai di fronte a noi e il corso del torrente Avisio che possiamo intuire sotto… Non a caso, la finestra temporale che si apre qui è dedicata alla formazione geologica di questi luoghi.

La roccia che sostiene la valle si è originata ben 270 milioni di anni fa: si tratta di porfido ed è la roccia più antica affiorante nella zona. Dalle fratture, lunghe anche parecchi chilometri, emersero magmi che si solidificarono molto rapidamente, formando la vasta piattaforma porfirica che ancora oggi si estende nel territorio.

Percorso tematico Doss Zelor - pannello illustrativo e catena del Lagorai.
Percorso tematico Doss Zelor - pannello illustrativo e antica via di comunicazione.

Ciò che adesso abbiamo davanti, però, è prodotto dalla copertura di sedimenti sui porfidi. In un primo momento l’ambiente era emerso, poi sprofondò sotto il mare (quando la placca continentale dell’Africa e quella dell’Europa si allontanarono) e infine riemerse (quando le due placche ripresero ad avvicinarsi e a collidere). 30 milioni di anni fa le rocce sottomarine, tra cui calcari e dolomie, formarono quindi le montagne delle Alpi, che ancora oggi si stanno alzando…

Mentre passeggiamo notiamo come la stradina curvi verso sinistra e la tecnica utilizzata per la sua realizzazione sia quella degli smolleri, piccole lastre di porfido piantate verticalmente nel terreno. La sua storia è molto particolare e ce la racconta un nuovo pannello illustrativo: si tratta di un’antica via di comunicazione, delimitata da un vecchio muro a secco, in parte diroccato. La strada era utilizzata prevalentemente a piedi per arrivare ai campi, portare legna o cibo, inviare messaggi.

Difficile sapere quando fu costruita o, meglio, quando si venne a creare dalla traccia del continuo passaggio di persone, evolvendosi naturalmente, divenendo pavimentata e servendo da collegamento con i pascoli, il fondo dell’Avisio, i villaggi della valle… La strada fu utilizzata per quasi duemila anni, finché, nei primi decenni del Novecento, i moderni trattori distrussero completamente la vecchia pavimentazioni in pietre e il fango prese il sopravvento. Adesso possiamo godere di questa chicca grazie al restauro voluto e curato dal Comune di Castello-Molina di Fiemme!

Percorso tematico Doss Zelor - pannello illustrativo sulle recinzioni.
Percorso tematico Doss Zelor - antica via di comunicazione.

Proseguiamo in leggera salita e cogliamo l’occasione per osservare la forma della valle, che si è creata in due diversi momenti, generando due valli, una dentro l’altra.

Da 100.000 a 15.000 anni fa, durante il periodo delle glaciazioni, sulle Alpi si formarono enormi coltri glaciali, che occuparono anche questi luoghi: l’enorme massa ha scavato il fondo e i fianchi della valle, modellando l’ampia forma a “U che possiamo osservare e che morbidamente accompagna pascoli e borghi fino alle cime delle montagne. Da 15.000 anni fa, terminato il grande freddo, il torrente Avisio iniziò a erodere il fondo della valle, scavando la parte stretta, a “V”, che ancora oggi possiamo notare.

Continuando il percorso distinguiamo, alla nostra sinistra, un incredibile affaccio su quella che si struttura come una vera e propria finestra: i due lati dell’installazione in ferro contenente il pannello illustrativo, infatti, inquadrano perfettamente i resti di un antico villaggio, sorto nei primi anni dopo Cristo e lentamente abbandonato circa 500 anni dopo.

Percorso tematico Doss Zelor - antica via di comunicazione.
Percorso tematico Doss Zelor - pannello illustrativo sull'antico villaggio.

Chi lo fondò? Gli abitanti delle valli erano entrati in contatto con i Romani, che erano penetrati ormai stabilmente nella valle dell’Adige e in quelle circostanti. Non a caso, gli archeologi hanno riscontrato importanti innovazioni tecnologiche, come l’introduzione della calce e della malta di calce per i musi basali, le pareti in legno e nei soffitti, con tetti composti anche da tegole e coppi di argilla. Gli edifici così costruiti erano più stabili e resistenti, potevano strutturarsi in diversi piani e vari locali, somigliando molto ai tradizionali masi alpini che ancora oggi sono presenti.

I resti che abbiamo di fronte, quindi, sono una testimonianza molto rara di un villaggio indigeno alpino datato dal I al V secolo d.C. Per l’ottimo stato di conservazione, il sito è stato riconosciuto nel 1975 da Giovanni Spadolini, il primo Ministro ai Beni Culturali della Repubblica Italiana, quale zona di valore archeologico di interesse nazionale e fu posto sotto vincolo di tutela e di salvaguardia. Negli anni Ottanta, la Magnifica Comunità di Fiemme lo ha inserito nel patrimonio storico della valle.

Adesso i resti sono valorizzati dal percorso e, da questa prospettiva, con l’aiuto del pannello informativo, possiamo distinguere due edifici, ruderi di cui riconosciamo solo i muri basali in pietra, sopra i quali doveva ergersi la parte in legno: erano abitazioni, fienili, stalle, recinti, orti. Osservando con maggiore attenzione il campo intorno possiamo intravedere le tracce delle strutture non ancora scavate. Pure accanto a noi, sulla sommità del Doss Zelor, un occhio attento può individuare i perimetri squadrati di piccole buche rettangolari, che dovevano essere altri piccoli edifici. L’intero villaggio si estendeva per circa 10 ettari, contando una dozzina di case, che hanno spezzato la barriera del tempo, raccontandoci una storia giunta fino a noi…

Percorso tematico Doss Zelor - resti archeologici dell'antico villaggio.


Saliamo sul Doss Zelor e ci guardiamo attorno: questo è sicuramente il punto più panoramico e possiamo goderne a pieno sedendoci su una delle moderne installazioni o ad un tavolo in legno. Davanti a noi si erge sempre la catena del Lagorai, sotto la quale sprofonda la valle e si infrangono le acque del torrente Avisio. Da un lato vediamo Cavalese, con il Monte Cornon e Cucal come sfondo; proprio alle nostre spalle, invece, troviamo le case di Carano, di cui possiamo riconoscere facilmente la chiesa e il suo campanile squadrato; dietro si elevano il monte Cugola e Corno Nero, mentre un po’ separata rimane Pala Santa… Insomma, uno spettacolo a 360°!

Con l’aiuto di alcune preziose indicazioni possiamo avere un’idea dell’habitat in cui ci troviamo, caratterizzato da piante e animali rari. Doss Zelor, infatti, appartiene ad una ZSC – Zona Speciale di Conservazione, ovvero di un’area naturale protetta dell’Unione Europea, parte della Rete europea Natura 2000. Ci troviamo su una leggera ondulazione, elevata di solo una trentina di metri rispetto al prato circostante, ma che sprofonda a grandi balze rocciose verso il torrente Avisio, proprio sotto di noi.

La superficie porfirica ospita una particolare vegetazione di licheni, muschi e altre specie particolari, molte di piccole dimensioni e molto delicate, che riescono a sopravvivere con pochissima terra e acqua e affrontando temperature estreme in inverno e in estate. Intorno, le ampie aree erbose formano due distinti habitat di prato magro, rari e ricchi di fiori. La consapevolezza della straordinarietà del luogo dove ci trovava deve incentivarci a proteggerlo e a salvaguardarlo in futuro!

Percorso tematico Doss Zelor - panorama su Carano, monte Cugola e Corno Nero.
Percorso tematico Doss Zelor - panorama su Pala Santa, Monte Cucal e Cornon.

Con ancora in mente queste considerazioni scendiamo dal pendio e imbocchiamo il sentiero a destra, cominciando a risalire verso la strada asfaltata. La penultima finestra sul tempo si apre proprio a metà di questo tratto del percorso e guarda verso il sito archeologico e i campi circostanti. Abbiamo, così, un’altra prospettiva sui resti di mura che prima abbiamo osservato dall’alto e possiamo immaginare come fosse la vita degli abitanti di quell’antico villaggio… Esso nacque in modo spontaneo, senza uno schema predefinito, con le case raggruppate e circondate da orti, campi e recinti per gli animali: coltivavano segale, orzo, frumento e panico, allevavano pecore, capre, maiali e qualche bovino, mentre i pochi cavalli erano impiegati nei lavori nei campi e nei boschi.

L’ambiente della casa era raccolto intorno al focolare; il mobilio era scarso e i recipienti e le stoviglie erano in ceramica, talvolta in metallo. Erano comunque presenti monili ed era usato il denaro. Particolarmente importante è stato il ritrovamento di un piccolo gruzzolo di 17 monete d’argento con le effigi di imperatori romani, emesse tra il 260 ed il 290 d.C. Erano raccolte in un vaso sepolto nel pavimento di una delle case proprio davanti a noi! Questi reperti e gli altri qui ritrovati sono stati esposti nella bella mostra organizzata nel Palazzo della Magnifica Comunità di Cavalese, Fiemme prima del 1111.

Raggiungiamo, infine, la strada asfaltata e prestiamo attenzione ad una porticina che si apre alla nostra destra, sottosuolo di una casa privata (l’abbiamo già incontrata durante il nostro percorso da Cavalese a Castello). Quando l’edificio sovrastante fu costruito, nel 1978-79, vennero scoperti altri resti dell’originario villaggio del Doss Zelor! Qui i due abitati, quello moderno e quello antico, si toccano…

Percorso tematico Doss Zelor - veduta dei campi.
Percorso tematico Doss Zelor - porta che conduce agli scavi archeologici su via Dolomiti.

Ulteriore aspetto straordinario è dovuto al fatto che è stata ritrovata una struttura quadrangolare tra due stanze contigue: un forno, che doveva scaldare entrambe le stanze. Una piccola macina rotante ci permette di intuire come le farine fossero prodotte in casa e utilizzate per pane e polenta, cotti sul fuoco.

Tutti questi elementi, raccolti lungo il nostro percorso, ci hanno permesso di affacciarci sulla vita quotidiana di un lontano passato. Non sappiamo niente, invece, della necropoli, dato che è stata trovata solo una sepoltura isolata di una donna, nei pressi delle case nel prato. Tra il V e il VI sec. d.C. i campi divennero più sterili e gli abitanti decisero di spostarsi, costruendo un villaggio a poca distanza, su un altro dosso (un castrum): si tratta di Castello di Fiemme. Le antiche strutture del villaggio retico-romano del Doss Zelor furono abbandonate e inglobate dalla terra e dalla vegetazione, finché non sono state riportate alla luce e valorizzate dalla Magnifica Comunità di Fiemme, che possiede queste terre e che si impegna nell’organizzare visite guidate per adulti e bambini, mostre tematiche, percorsi fruibili a tutti, tra storia e natura.

Il percorso si conclude raggiungendo il parcheggio da dove siamo partiti, ma potrebbe proseguire verso il borgo di Castello, entrando in una nuova finestra temporale, quella dal 500 d.C. fino ai giorni nostri e oltre… L’itinerario, breve e godibile, merita del tempo per essere ben compreso e assimilato, permette di scoprire aspetti nuovi e inusuali del territorio e riesce a coniugare in modo piacevole elementi storici, geologici e naturalistici.


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