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TOMÁS SARACENO. ARIA

Perché visitare la mostra a Palazzo Strozzi

Cortile di Palazzo Strozzi con l'installazione di tre palle di metallo riflettenti.
THERMODYNAMIC CONSTELLATION
Installazione site specific
2020

Dopo l’esposizione delle opere di Ai Wei Wei e lo scandalo dei gommoni arancioni attaccati alle finestre del palazzo quattro-cinquecentesco, i fiorentini si sono forse un poco più abituati all’idea che la Fondazione Strozzi non proponga solo mostre su Botticelli e Rinascimento, dedicando spazio e tempo all’arte contemporanea. Di sicuro io stessa, che sono stata per anni una “purista” su pittura e scultura, mi sono pian piano aperta a nuovi generi e a nuove modalità di espressione.

Ciò non significa che avessi la benché minima idea di chi fosse Tomás Saraceno, quale pensiero promuovesse e quali potessero essere i motivi per andare a vedere una mostra a lui dedicata. Onestamente, non fosse stato per la mia cara amica Alessandra, che è invece un’appassionata (e un po’ un’addetta ai lavori) probabilmente mi sarei fatta prendere dalla pigrizia e mi sarei limitata a guardare con perplessità le sfere dell’installazione del cortile di Palazzo Strozzi. Mi sarei persa molto perché è una mostra che, esperti o meno, vale la pena di ammirare per gli spunti di riflessione che fornisce e per il fascino che emana dalle opere.

Un piccolo consiglio preliminare: evitare la calca. Non ci si gode davvero alcuna mostra stando pigiati come in fila alla cassa del supermercato, ma questa in particolare, che necessita di tempo e soprattutto spazio, non è apprezzabile se non si è solo in pochi intimi in ogni sala.

Onde gravitazionali fanno riecheggiare la tela  cosmica, ma non si sentono ancora.  Infinita percezione del mondo, forme di vita  intessono costellazioni. Chiudete gli occhi,  copritevi le orecchie, io percepirò ancora  vibrazioni che sentite. 

MULTIVERSE ‐ Carta da Aracnomanzia 1 di 33

CHI E’ TOMÁS SARACENO?

Artista e performer argentino, diviene famoso a partire dai primi anni duemila, affrontando nelle proprie opere temi quali la volontà di superare le barriere geografiche, comportamentali e sociali, l’uso della tecnologia per la sostenibilità ambientale, l’interconnessione tra le discipline. Installazioni, video, foto e collages sono sempre incentrati sull’interazione con il pubblico e affondano le proprie radici in studi etologici (fondamentali quelli sui ragni), psicologici e scientifici. Centrale nel pensiero dell’artista è l’idea dell’Aerocene, ovvero una nuova era di solidarietà tra uomo e ambiente, una comunità artistica interdisciplinare avviata da Tomás Saraceno stesso.

LA MOSTRA

Tomás Saraceno vuole far “cambiare punto di vista sulla realtà e ad entrare in connessione con elementi non umani come polvere, ragni o piante che diventano protagonisti delle sue installazioni e metafore del cosmo”*. A partire dall’installazione nel cortile del Palazzo, Thermodynamic Constellation (Costellazione termodinamica), che invita a pensare ad un’era di una nuova ecologia e una nuova mobilità, l’artista spinge a riflettere sul ruolo dell’uomo e sulla sua profonda interconnessione con l’intero cosmo. Spettacolari sono senza dubbio le tele di ragno esposte con una luce particolare che ne fa godere i dettagli (Web of at-ten(t)sion): rimaniamo affascinati e stupiti. Tomás Saraceno va oltre quando unisce a queste ragnatele il laser rosso (How to entagle the universe in a spider/web?), con effetti suggestivi quanto inquietanti, ma non si limita a ciò: si apprezza il suono della vibrazione della ragnatela (Sounding the air), si vedono, proiettati su una parete, gli strati di polvere che si accumulano su di essi e ci si collega all’universo e all’infinito attraverso un video che dura 163.000 anni, ovvero il tempo che impiega la luce dalla Grande Nube di Magellano a raggiungere la Terra (Passages of time).

Il visitatore è sempre al centro di ogni opera e di ogni installazione: che si addentri negli spazi da essa creati (Connectome), si proietti come ombre interrompendo il fascio di luce dei proiettori (A thermodynamic imaginary), smuova l’aria così che penne sospese da leggeri palloncini disegnino una ragnatela di inchiostro su un pavimento bianco (Aerographies).

Piante d'aria dentro sfere di vetro tenute insieme da un filo nero.
FLYING GARDENS – 2020


Infine mi ha colpita la riflessione sul mondo floreale (Flying gardens): gli uomini e gli animali sono individui (etimologicamente “non divisibili”) poiché ogni parte è necessaria per la loro vita, mentre le piante possono essere tagliate a metà e continuare a vivere indipendentemente.

L’intera mostra vuole ribaltare la nostra prospettiva, ci spinge con il fascino, la sorpresa, il sorriso e l’inquietudine a ripensare noi stessi in connessione con ciò che ci circonda, a rivedere l’esistenza come profondamente collegata e dipendente dal cosmo. Le stesse didascalie, spesso ermetiche, portano ad una riflessione: una mostra, insomma, che non è affatto solo piacere estetico o divertimento dell’inusuale, ma è filosoficamente impegnata (e impegnativa).

Serie di carte con disegni in bianco e nero.
2019  – Mazzo di 33 carte stampate su carta neutra priva di carbonio


L’APP “ARACHNOMACY”

Date le premesse, un simile percorso non può certo interrompersi con la fine della mostra. Due sono gli elementi di continuità: il primo è l’invito a lasciare lì i propri sacchetti di plastica e partecipare alla costruzione di un’enorme struttura, un pallone, aereo il 27 giugno 2020 al Parco delle Cascine.

Si può inoltre scaricare sul cellulare un’applicazione, chiamata Arachnomacy: le 33 carte, esposte anche nella mostra e collegate a frasi criptiche, sono visualizzate sul telefono e l’utente può rivolgere loro una domanda, proprio come ad un mazzo di tarocchi. Fotografando una ragnatela (in casa, in un giardino, ovunque), l’App assocerà ad essa una carta: lì vi è la risposta.

Arachnomacy si sposa perfettamente con l’attitudine trascendentale dell’arte di Tomás Saraceno. Sentire, interrogare e rispondere in modo ermetico, pensare e rinnovarsi, crescere verso un futuro di interconnessioni, di collegamenti e di reciproche interdipendenze: opere e scelte espositive che possono scoraggiare, ma se ci si prende del tempo per leggere e riflettere possono davvero schiudere mondi, possono spingerci a guardare diversamente, a rivalutare la nostra posizione nel tutto che ci permea nel profondo.

QUANDO?
22 febbraio 2020 – 19 luglio 2020
Tutti i giorni 10.00-20.00 Giovedì 10.00-23.00

DOVE?
Palazzo Strozzi – piazza degli Strozzi (Firenze)

QUANTO?
Il tempo ottimale per visitare la mostra è un’ora e mezza.

INFORMAZIONI
Fondazione Palazzo Strozzi* e Testi in mostra;
Studio Tomás Saraceno (sito ufficiale).



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