Trekking Trentino - Alto Adige Val di Fassa Viaggi

TREKKING DIRETTO AL PIZ BOE’

Un itinerario lunare per chi ama l’adrenalina della vetta

Giovedì 2 giugno 2022

Se non fosse stato per l’insistenza dei nostri amici, probabilmente io e Lorenzo non avremmo mai tentato un trekking così tecnico e ad alta quota con il rischio di pioggia, anzi di temporale. Dalle nostre vacanze in montagna, infatti, abbiamo imparato una lezione fondamentale: devi avere rispetto per la natura e l’equilibrio da cercare con essa passa anche attraverso la consultazione religiosa del meteo. Comunque abbiamo avuto fortuna: non è piovuto fino a che non siamo stati in salvo, di ritorno nella cabinovia, quando il cielo ha rilasciato una scarica di grandine a lungo trattenuta… Non è un percorso da fare con la pioggia. Dato che non avevamo molto tempo e che i nostri amici anelavano la conquista della vetta, abbiamo scelto la via più diretta per raggiungerla, ma ci siamo persi molto di quello che si potrebbe esplorare in zona… Quindi, ecco il raccolto della nostra esperienza, per chi desidera integrare questo tratto di percorso in un trekking più lungo oppure ha solo la fame di raggiungere la cima.

Mappa del trekking Sass Pordoi - Piz Boè.
Lunghezza complessiva5 km
Tempi di percorrenza3 ore
(con pause)
Dislivello366 m.
Grado di difficoltàMedio
SCHEDA TECNICA

Arrivati di buon’ora all’impianto di risalita del Passo Pordoi, ci affrettiamo a prendere il biglietto di andata e ritorno (ben 25 euro a testa!). La funivia si trova proprio accanto al Museo della Grande Guerra, dove sono aperti anche alcuni negozi di souvenir e ristoranti; ci troviamo proprio sotto il massiccio di roccia, con i prati verdi che ben presto lasciano spazio al ghiaino e alla nuda pietra. Alcuni tentano la scalata a piedi, ma il tempo è incerto e noi non vogliamo rischiare ulteriormente.

Passo Pordoi.
Sass Pordoi - panorama.
Sass Pordoi - panorama.
Sass Pordoi - panorama.

La grande cabina ci trasporta in meno di 5 minuti al Sass Pordoi, con un salto da 2.240 m. a 2.950 m.! Il panorama che si apre di fronte ai nostri occhi appena giunti in cima è già mozzafiato: non a caso, questo luogo viene chiamato la “Terrazza delle Dolomiti”… A perdita d’occhio vediamo solo roccia, di diversi colori e striature, cime aguzze, sassi piatti, neve… L’enorme massiccio della Marmolada ci si impone davanti e, a valle, qualche prato verde riesce a variare un po’ il panorama. Il silenzio domina sovrano, rotto solo dallo stridere degli uccelli e dal chiacchiericcio degli altri escursionisti.

Dopo un intero servizio fotografico, decidiamo di iniziare il cammino, dirigendoci in discesa verso la nostra meta, che ci appare già chiara: sulla cima di una massiccia e scura montagna, infatti, vediamo il puntino che dovrebbe essere la capanna eretta proprio sulla vetta del Piz Boè.

Il sentiero è ben segnato e zigzaga tra la roccia, con alcuni cumuli di sassi costruiti in memoria di cari defunti. Più proseguiamo più abbiamo l’impressione di addentrarci nel cuore del Gruppo del Sella e il panorama diventa quasi monocromo: grigio scuro e chiaro, bianco, qualche tratto di beige…

Vista del Piz Boè.
Rifugio Forcella Pordoi.
Rifugio Forcella Pordoi.
Rifugio Forcella Pordoi - panorama.
Rifugio Forcella Pordoi e panorama.

Ben presto la neve compare sul nostro cammino. Che sgraditissima sorpresa! Niente di peggio che affrontare un sentiero sconosciuto con le scarpe sbagliate, il rischio di pioggia e la certezza di scivolare o di affondare fino al ginocchio! Mi faccio coraggio e proseguiamo, sempre in discesa, fino al Rifugio Forcella Pordoi (2.848 m.). Questo è il mio luogo preferito dell’intera gita. Tipicamente montano, l’edificio svetta con il suo tetto scuro tra la roccia chiara e, incastonato dagli speroni che gli si aprono davanti, possiamo ammirare il verde tenero della valle sottostante…

Non ci fermiamo, anche perché il rifugio è chiuso, e iniziamo la salita. Il primo tratto è piuttosto dolce: se non fosse per la temibilissima e scivolosa neve, sarebbe una passeggiata piuttosto tranquilla tra la roccia. Raggiungiamo un enorme spiazzo, un ghiaione incredibile e molto vasto, dove le nostre piccole figure si perdono e ci si sente completamente assorbiti da questa maestosità rocciosa.

Vista del Piz Boè.
Piz Boè - panorama.
Piz Boè - panorama.
Piz Boè - panorama.

Alla fine di questo tratto comincia l’unica parte più tecnica, che dura comunque sono una quindicina di minuti: dobbiamo issarci sulla roccia, aiutati da una corda. Non è particolarmente difficile, ma è necessaria l’attrezzatura adatta (non come me che sono sempre con le scarpe da ginnastica…). La salita, però, non è qualcosa che mi spaventa, tanto meno se è facilitata dalla presenza della corda e perfettamente segnalata. Per chi, invece, ha maggior timore, è possibile percorrere la strada alternativa, che sale più dolcemente. In teoria, dovrebbe essere la via per la discesa, ma se andiamo in un giorno fuori stagione, come abbiamo fatto noi, il numero degli escursionisti è così ridotto da permettere di percorrere algilmente entrambi i sentieri.

L’adrenalina della salita sulla roccia conclude il nostro percorso di andata: siamo arrivati alla croce che segna la vetta del Piz Boè (3.152 m.) e al Rifugio Capanna Piz Fassa, ovviamente chiuso. Il vento ci salva dalla pioggia, ma rende più sgradevole il nostro pranzo al sacco. La vista è comunque magnifica, resa ancora più suggestiva dall’alternarsi delle nuvole che si rincorrono coprendo e svelando le altre cime.

Piz Boè - panorama.
Piz Boè - panorama.
Lorenzo e Federica in cima al Piz Boè.
Piz Boè - panorama.
Salita per il Piz Boè.
Salita per il Piz Boè.
Piz Boè - vetta.
Piz Boè - panorama.

Se il tempo fosse stato migliore, avremmo proseguito verso il Rifugio Boè per chiudere il nostro percorso con un piccolo anello. Purtroppo, abbiamo già rischiato tanto e non ce la sentiamo di sfidare oltre il meteo: scendiamo, quindi, per la stessa via dell’andata (solo con una neve orrendamente più papposa…).

In circa un’ora scendiamo fino alla Forcella Pordoi e risaliamo fino alla Terrazza delle Dolomiti. È incredibile come la luce sia diversa: ammiriamo altri colori, che risaltano tra i raggi del sole del primissimo pomeriggio. Arriviamo appena in tempo all’impianto perché si scatena una bella grandinata… Per questa volta, abbiamo avuto fortuna.

Il percorso da Sass Pordoi alla cima del Piz Boè è uno dei più frequentati e durante l’estate è famoso anche per le carovane di persone in fila indiana che intasano il sentiero. Perciò, visitare questo luogo stupendo fuori stagione è davvero un’ottima idea! Meglio ancora se è possibile compiere un trekking più lungo, includendo anche altre tappe e rendendo più vario il paesaggio…

Lorenzo e Federica alla Terrazza delle Dolomiti.
Sass Pordoi - panorama.
Sass Pordoi - panorama.
Rifugio Forcella Pordoi.

INFORMAZIONI


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