Un sentiero quasi sconosciuto per ammirare la Val di Fiemme
da Tesero a Castello
Un sentiero per sfuggire alla calca dei turisti stipati lungo i sentieri e i passi di montagna come nei corridoi dei centri commerciali il sabato pomeriggio? Ecco il trekking ideale per evitare traffico, caos e persone! Sebbene sia molto suggestivo e con un panorama tra i più belli e ampi sulla Val di Fiemme, il Monte Cucal è (per fortuna!) poco conosciuto… Noi ce lo siamo goduti il 13 agosto, partendo con grande calma dopo le dieci e incontrando rarissimi escursionisti durante il percorso. Al belvedere, poi, più ignoto della vetta vera e propria, eravamo completamente soli. Cosa desiderare di più?
A 5 minuti di auto dal centro di Cavalese, sorge Varena (1.193 m.), storico e grazioso paesino che si arrampica sulle pareti del monte Corno Nero. Possiamo parcheggiare la macchina presso il bar/pizzeria “La Marisana”, poco distante dal centro e che ben si riconosce per la presenza dei campi da tennis. In alternativa, se si vuole evitare il primo tratto di strada asfaltata, si può lasciare l’auto proseguendo a destra, verso la località Copara (1.220 m.), dove sorge una fattoria. Personalmente, abbiamo preferito parcheggiare a sinistra del bar, oltrepassato il quale, a 50 metri, si trova un posteggio quasi sempre libero: da qui per arrivare all’inizio del vero e proprio sentiero sono circa 15 minuti a piedi.
Superata la fattoria di Copara, con il suo recinto di galline e oche, i pascoli e il caseificio, comincia la salita e la strada sterrata, che è ancora molto larga. Di qui, infatti, passano i trattori diretti ai campi circostanti; la passeggiata è piacevole perché la valle si apre con delle belle vedute di Varena, Daiano e Carano, i prati sono verdeggianti e abeti e pini si alternano ad ombreggiare un poco il sentiero.
Dopo aver superato un primo bivio, dove occorre andare a diritto verso Stava, ci troviamo in un ampio campo, in cui un cartello illustrativo ci informa che siamo a Pian Longo (1.270). Ci dirigiamo a sinistra (sentiero n. 503), attraversando il pascolo, in direzione Cucal/Gaiola. Questo tratto è il più assolato; tuttavia, non solo si gode di un piacevole panorama, ma siamo accompagnati dallo scampanio e dallo sguardo placido delle mucche al pascolo.
In pochi minuti arriviamo all’ultimo bivio, che è anche il punto in cui inizia e si conclude il nostro anello intorno al monte Cucal: ci troviamo nella località Gaiola e possiamo scegliere se affrontare la salita a sinistra o a destra. Personalmente, consigliamo la prima opzione perché vi è più ombra… In ogni caso, preparatevi ad una bella pendenza.
Il pascolo lascia il posto ad un fitto bosco di abeti rossi: il paesaggio e la temperatura cambiano completamente. Molto interessanti sono i pannelli illustrativi dedicati alla flora e alla fauna: troviamo uno di essi proprio in corrispondenza del cambio di ambiente e ci spiega nel dettaglio come la presenza degli alberi modifichi non solo la temperatura e la penetrazione dei raggi solari, ma anche l’azione erosiva della pioggia e il vento.
Continuiamo a salire seguendo il sentiero principale, che diviene il n. 503A: siamo quasi sempre immersi nella foresta, con alcuni tratti privi di sottobosco e altri con una gradevole copertura di muschi, erba e felci. L’ampia strada lascia il posto ad un sentiero più stretto e sassoso, con una pendenza ancora maggiore. La parte più faticosa è dalla località Mati (1.431 m.), dove proseguiamo per 50 minuti verso i Prati del Monte Cucal (1.663 m.).
Dopo l’ultima erta salita, essi si aprono davanti ai nostri occhi come un’oasi di pace e serenità. Sembra quasi impossibile essere arrivati sulla cima di un monte! Grandi abeti sono circondati da un ampio prato, verde e giallo, con fiori di tutti i colori e le dimensioni; le farfalle volano e banchettano tra i lunghi steli e le corolle variopinte. Piccoli e teneri abeti fanno capolino nel prato, mentre il sentiero serpeggia attraverso di esso in direzione della cima.
Decidere di chiudere subito l’anello scendendo sarebbe un vero peccato perché per arrivare in vetta mancano solo pochi metri di dislivello e il panorama vale questa ultima, dolce, salita. In mezzo al prato troviamo un bivio: in pochi minuti, a destra proseguiamo verso la cima (1.704 m.), mentre a sinistra si giunge fino al belvedere (1.694 m.). Il nostro consiglio è di scalare prima la vetta, dove, oltre i massi e le rocce sparse tra l’erba, vediamo bene il panorama su Cavalese e Castello, e poi fare sosta al belvedere. Il nome, infatti, ci dice già tutto: l’intera vallata di Fiemme si apre di fronte ai nostri occhi! Una panchina di legno è posta proprio in corrispondenza dello sperone di roccia che si getta nel vuoto e, lì seduti, distinguiamo bene le catene montuose di fronte a noi, mentre in basso scorre il torrente Avisio, che collega Tesero (a sinistra), Cavalese e Castello (a destra); sopra di essi distinguiamo facilmente Carano, sul quale incombe il Villaggio Veronza, Daiano e persino Varena.
Senza alcun dubbio si tratta di uno dei più ampi panorami da cui ammirare la Val di Fiemme. Si presta molto bene anche per un pic-nic perché i pini, che crescono contorti tra le rocce, rendono ombroso il prato. Il silenzio è rotto solo dal suono del vento e dal ronzio degli insetti.
Ristorati dalla sosta e con gli occhi colmi della bellezza del panorama, siamo pronti a rientrare chiudendo il nostro anello: tornati al bivio, infatti, scendiamo prendendo il sentiero n. 503B, in direzione Bancoline. La discesa non è particolarmente impegnativa, tranne in alcuni tratti più sassosi e con maggiore pendenza; in caso di pioggia, invece, le radici degli alberi diventano molto scivolose e occorre una maggiore attenzione. Il prato della cima del monte lascia presto il posto al bosco, a volte più fitto, altre più aperto: stavolta costeggiamo l’altro lato della montagna e non scorgiamo più tra gli alberi il Corno Nero e la foresta che conduce verso passo Lavazè, ma i boschi sopra Tesero e la roccia del Monte Cornacci (con la sua croce in vetta).
Il sentiero è più soleggiato; come l’altro ad un certo punto diventa più ampio, carrabile, e il bosco lascia il posto al pascolo. In un’ora circa siamo tornati all’inizio del nostro anello e proseguiamo, sempre in discesa, per tornare alla nostra auto.
Un consiglio: è possibile combinare questo trekking con quello, più semplice, dell’anello intorno a Varena! Durante il Percorso Vita, infatti, è sufficiente proseguire in direzione Bancoline/Sentiero naturalistico e sbucherete proprio sulla strada che conduce al Pian Longo.
INFORMAZIONI
- Traccia GPS: https://www.komoot.it/tour/452345413
- Informazioni sul percorso: https://www.visittrentino.info/it/guida/tour/giro-del-cucal_tour_16951195
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