L’indimenticabile esperienza del Trentino Ski Sunrise
Giovedì 10 febbraio 2022 – durata dell’iniziativa: 3 ore
Arrivati in Val di Fiemme da meno di 12 ore, la sera di mercoledì 9 febbraio, il nostro spirito intraprendente ed il mio cocciuto entusiasmo ci hanno portati a compiere una delle più belle esperienze di cui abbiamo ricordo sulle Dolomiti. Certo, non è andato tutto splendidamente, altrimenti saremmo stati i protagonisti di una storia su Instagram, ma nel complesso è stata davvero un’attività eccezionale e che consigliamo di cuore a tutti!
Il Trentino Ski Sunrise è un’iniziativa che realizza esattamente ciò che promette (e anche di più): la possibilità di godere dell’alba da alcuni rifugi e baite in punti panoramici delle Dolomiti e l’ebbrezza di essere i primi a sciare lungo le piste, prima che gli impianti siano aperti al pubblico.
Il calendario completo degli appuntamenti, con luoghi e date precise, viene pubblicato ogni anno a ottobre e da quel momento è possibile scegliere e prenotare. Noi abbiamo deciso (all’ultimo minuto) di vedere l’alba al Rifugio Passo Feudo (2.200 m.) ed è stato sensazionale!
Ecco com’è andata…
La sveglia, indifferente al nostro viaggio del giorno precedente e alla stanchezza accumulata, è suonata ad un orario proibitivo (più per Lorenzo che per me, in verità), ma non ci abbiamo quasi fatto caso: eravamo troppo emozionati! Fuori, buio pesto, silenzio, solo qualche riflesso biancastro della neve fuori da casa. Usciamo alle 5.20 e il termostato dell’auto segna -3°. Meno male: pensavamo peggio! Da casa nostra a Predazzo, sono circa 25 minuti in auto e arriviamo perfettamente in orario; rimaniamo stupiti che nella valle ancora addormentata non siamo gli unici avventori, ma diversi furgoncini e jeep si aggirano per le strade, probabilmente diretti già a lavoro.
L’appuntamento è alle 5.45 agli impianti Ski Center Latemar di Predazzo, che aprono a quest’ora solo per noi… Troviamo già una discreta fila: Lorenzo prende online lo Ski Pass per l’intera giornata, mentre io acquisto un biglietto andata/ritorno (18 euro).
Facciamo qui due interessanti scoperte: prima di tutto rimaniamo stupefatti di quanto le persone possano vociare anche alle 6 di mattina. Noi sussurriamo e ci sembra di vivere in una bolla, nel silenzio, sotto il neon rosso contro il nero della foresta, indicazione inequivocabile dell’impianto: “Latemar 2200”. La seconda scoperta, invece, è molto più piacevole e affascinante: saliamo sulla cabinovia e, chiuse le porte, veniamo sbalzati nella notte. Dalle finestre non vediamo niente se non la neve vicina e qualche pilastro dell’impianto quando siamo a pochi metri: ci sembra di avanzare sospesi in un’oscurità liquida, impalpabile ma onnipresente, che ci accoglie e ci culla sospesi al filo di ferro. Non è una tenebra ostile, semplicemente tacita, immutabile e ancestrale; noi lì, oscillanti nel niente, fendiamo l’aria nera ed essa senza scomporsi ci fa strada. Salendo distinguiamo le luci di Predazzo, ma ci sembrano lontane, oltre la macchia scura degli alberi.
Al Passo Gardonè dobbiamo scendere: gli impianti di risalita sono illuminati e cambiamo dalla telecabina alla seggiovia. Ci aspetteremmo di proseguire il viaggio nel buio, invece, seduti con i piedi nel vuoto, scopriamo increduli che qui il paesaggio si sta già rischiarando. L’aria tersa ci mostra i particolari, la neve è più abbondante e riflette i deboli raggi del sole che ancora è ben lontano dal mostrarsi oltre le montagne. Saliamo con lo sguardo rivolto al Latemar, in silenzio; non noto nemmeno il freddo, sono completamente rapita da ciò che ci circonda… La notte sta finendo, ma la natura ancora è addormentata.
Scendiamo a Passo Feudo e ci voltiamo verso le cime da cui sorgerà il sole: sono pezzi di carbone circondati da una debole luce, cristallina e sfumata di rosa e di arancio. Il rifugio si staglia sulla neve e le sue finestre dai riflessi caldi ci occhieggiano invitanti. Io, però, preferirei rimanere qui, ferma all’inizio di una pista su cui non scierò, con occhi puntati verso la promessa dell’alba.
Sono le 7 del mattino e siamo sulla vetta: sembra incredibile… Lo sguardo spazia a 360° sulle splendide montagne: dalla Marmolada alle Pale di San Martino fino alla catena del Lagorai. Ci affrettiamo ad entrare nel rifugio per godere della ricchissima colazione che hanno allestito: torte fatte in casa, miele, marmellate, latte e caffè, tè, uova, burro e salumi locali, lo yogurt di Fiemme e i formaggi del Caseificio di Predazzo e Moena, raccontati da Andrea Morandini, esperto ONAF (Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Formaggio).
Il Rifugio Passo Feudo, oltre a godere di un panorama strabiliante, ha un interno caldo e accogliente, tradizionale nelle decorazioni e nella scelta dell’uso del legno. La maggior parte del buffet è allestita al pian terreno ma noi decidiamo di salire a quello superiore per cercare un po’ di tranquillità nel gretto vociare della massa.
Il costo non è poco: 18 euro a persona, ma la quantità di cibo è esagerata e la qualità ottima. Avevo segnalato che sono celiaca e mi hanno fornito appositamente dei biscotti confezionali e un filoncino di pane a cassetta; inoltre, i muffin al cioccolato preparati da loro erano con il grano saraceno, quindi ho potuto approfittarne… Lo ripeterò: unica nota dolente è stata l’eccessivo numero di persone, fameliche e urlanti. Qui trovate comunque la recensione completa e altre foto.
Dalla nostra finestra vediamo il cielo tingersi di striature rosa: l’alba si avvicina! Ingolliamo l’ultimo boccone e ci catapultiamo fuori sulla terrazza panoramica. Troppe persone: scendiamo sotto di essa e ci sediamo comodamente su tronchi di legno affacciati sulla valle.
L’alba è un vero spettacolo: mancano le parole per descriverla! Dopo essersi fatto a lungo desiderare, il sole sorge velocemente, facendo capolino tra le cime… Il cielo è adesso chiaro, il rosa e l’arancio lasciano il posto ad una luminosità biancastra, nitida e immacolata. Ci voltiamo e ammiriamo il panorama anche dall’altra parte: il piccolo rifugio del Torre di Pisa fa capolino sulle rocce del Latemar. Facciamo qualche foto e ci alziamo per ammirare il paesaggio sull’altro versante: il sole adesso è più alto nel cielo, ma raggiunge la valle con delicatezza. Riconosco bene la Pala Santa, il Corno Nero e, più in basso, la tozza cima del Monte Cucal. Accanto a noi, il Rifugio Monte Agnello è adesso illuminato, così come il Doss Capèl con la sua stazione meteorologica. Il cielo infuocato dell’alba di poco prima, che adesso è divenuto chiarore etereo e sospeso, getta gli ultimi bagliori rossastri sulla neve di questa parte del panorama. La pace regna sovrana e con essa lo spirito si allarga, gioisce, si rinfranca.
Verso le 8.30 Lorenzo è pronto all’inizio della pista da sci: insieme agli altri solcherà la neve intatta. Io lo guardo allontanarsi elegante e sicuro lungo la discesa, lo seguo con gli occhi e poi rientro nel rifugio per bere un’altra tazza di tè. La giornata è appena cominciata ed è stata già carica di emozioni!
Cosa fare dopo? Le scelte sono varie. Per gli sciatori, ovviamente, c’è la prospettiva di una giornata a praticare il loro sport… Per chi, invece, non lo ama, è possibile fermarsi a prendere il sole e fare qualche passeggiata con o senza ciaspole nei dintorni. Sicuramente le attività non mancano!
Qui trovate alcune proposte di percorsi della MontagnAnimata del Latemar: il Geotrail Dos Capèl e, per adulti e bambini, i sentieri del Pastore Distratto e della Foresta dei Draghi.
INFORMAZIONI
- Trentino Ski Sunrise: https://www.visittrentino.info/it/articoli/outdoor/trentinoskisunrise
- Trentino Ski Sunrise al Passo Feudo: https://www.latemar.it/news/trentino-ski-sunrise-passo-feudo/
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