Emilia-Romagna Viaggi

WEEKEND SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO

Due giorni tra natura, arte e rovine, borghi e paesaggi

Sabato 12 – domenica 13 marzo 2022

Metà marzo: i primi segnali di primavera cominciano a colorare la natura e a rendere il sole un po’ più caldo, anche se le temperature continuano ad essere invernali e le montagne dell’Appennino sono popolate solo dagli abitanti, senza i molti turisti che le affollano durante l’estate. La zona che abbiamo scelto per trascorrere il nostro tranquillo fine settimana è, in realtà, piuttosto fuori dai soliti itinerari turistici ed è quindi possibile godere di una relativa tranquillità anche in alta stagione. Inutile dire che quando siamo andati noi non c’era quasi nessuno ed è stato rigenerante… Al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna, questo tratto degli Appennini è ricco di storia e natura e noi abbiamo deciso di creare un itinerario piuttosto variegato!

GIORNO 1

PARCO DEI LAGHI DI SUVIANA E BRASIMONE

Partendo di buon’ora da Firenze, in circa 45 minuti siamo arrivati al Lago del Brasimone, dove abbiamo iniziato il nostro trekking. Abbiamo scelto di fare un giro ad anello piuttosto lungo ma non particolarmente impegnativo, all’interno del quale abbiamo incluso anche una visita a Chiapporato, un paesino completamente abbandonato e molto suggestivo. Abbiamo pranzato a sacco, nel silenzio della natura e con un meraviglioso panorama…

Qui potete leggere tutti i dettagli del nostro trekking.

Il Parco si estende intorno ai due ampi bacini artificiali, di Suviana e del Brasimone, costruiti all’inizio del Novecento per sfruttare l’energia idroelettrica. L’area naturale comprende la dorsale formata dal Monte Calvi (1.283 m.) e dal Monte di Stagno; mentre i due torrenti, Brasimone e Limentra di Treppio, sono i principali immissari dei laghi. La natura è particolarmente varia, con boschi di querce, faggi, castagni e conifere, prati dedicati al pascolo e campi un tempo coltivati e adesso riconquistati dalla vegetazione spontanea. Il paesaggio spesso si apre sui grandi specchi d’acqua e sui borghi circostanti, come Bargi e Stagno; i sentieri sono di diverso tipo, dalle ampie forestali agli stretti e serpeggianti percorsi fino alle vecchie mulattiere. Vi si trovano diversi ruderi, case abbandonate e addirittura un intero borgo fantasma, quello di Chiapporato. Nel dopoguerra, infatti, la popolazione cominciò a trasferisti nei grandi centri abitati: ciò ha permesso alla natura di riconquistare i propri spazi, con un notevole incremento anche della fauna selvatica, con caprioli, daini, cinghiali, volpi e lupi. L’area del parco è di grande importanza soprattutto per il cervo, di cui è possibile udire il bramito nella stagione dell’accoppiamento, tra settembre e ottobre.

Chiapporato.
Lago di Suviana.

Qui trovate alcuni altri itinerari all’interno del Parco, con visita ai graziosi borghi di Bargi e Stagno.

Concluso il trekking e stanchi per la lunga camminata, siamo risaliti in auto per andare direttamente in albergo, dove siamo stati accolti con ospitalità e calore, ci siamo riposati e rifocillati con un’ottima cena.

IL CASALE TOSCO-EMILIANO

Un luogo davvero incantevole… Si tratta di un’antica struttura circondata da spazi verdi, boschi di pini, campi coltivati. Con sole cinque camere, recentemente ristrutturate, è a conduzione familiare da parte di una coppia accogliente e gradevole. L’arredamento, che combina elementi antichi e moderni, è molto piacevole, ma la cosa più bella è sicuramente il panorama: si gode, infatti, di una splendida vista sulla natura circostante.

Il Casale è anche una piccola azienda agricola, con un orto di verdure e piante aromatiche e ben 500 piante di lamponi e di more, che garantiscono una produzione propria di marmellate e confetture squisite.

Il Casale Tosco-Emiliano - esterno.
Il Casale Tosco-Emiliano - interno per colazione.
Il Casale Tosco-Emiliano - esterno.

Immerso nel silenzio e nella natura, questo luogo al tempo stesso rustico ed elegante è l’ideale per visitare la zona perché facilmente raggiungibile e a poca distanza dalle principali attrazioni.

Noi abbiamo usufruito non solo della colazione (abbondante), ma anche del menu fisso per la cena, proposto in accordo con le nostre esigenze alimentari (io sono celiaca e, con il mio compagno, siamo entrambi vegetariani). Abbiamo mangiato divinamente! Le porzioni sono abbondanti, la cucina casalinga e saporita, secondo la tradizione più popolare e autentica, i piatti molto vari (antipasto, primo, secondo, dolce e un distillato alle more fatto da loro).

Su TripAdvisor leggete la nostra recensione completa.

Il Casale Tosco-Emiliano - antipasto.
Il Casale Tosco-Emiliano - primo.
Il Casale Tosco-Emiliano - secondo.
Il Casale Tosco-Emiliano - dolce.

GIORNO 2

Dopo una ricca colazione, con tanto di yogurt fatto in casa e marmellata di loro produzione, ci siamo preparati per affrontare una giornata molto più itinerante della precedente.

Avevamo fissato una visita guidata alla Rocchetta Mattei per le 11.30 e abbiamo approfittato del fatto che eravamo un po’ in anticipo per visitare il piccolo paese di Riola, che si estende intorno al fiume Reno, e specialmente la sua particolarissima chiesa…

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA DI RIOLA

Unica nel suo genere, questa costruzione è frutto del progetto dell’architetto finlandese Alvar Aalto, esponente del funzionalismo, designer e accademico. Questa chiesa è il primo luogo di culto cristiano da lui progettato e l’unico esempio della sua architettura in Italia.

Il paesino di Riola era sprovvisto di una chiesa e gli abitanti del luogo accolsero con piacere la sua edificazione, tanto da contribuire all’acquisto del terreno su cui edificarla. Il primo e maggiore sostenitore della sua realizzazione fu l’arcivescovo di Bologna Giacomo Lecarco, il quale si rese promotore di un’idea di rinnovamento della Chiesa, basata sull’essenzialità degli spazi e della liturgia, e fu anche un mecenate che invitò progettisti e architetti, sostenendo l’edificazione di numerose opere.

Dopo la prima venuta di Aalto a Riola (1966), i lavori iniziarono nel 1976 e la chiesa fu inaugurata nel 1978, quando ormai né il cardinale né l’architetto erano in vita per vederla. Il campanile, invece, fu completato solo nel 1994.

Chiesa di Santa Maria Assunta di Riola.
Chiesa di Santa Maria Assunta di Riola - interno.
Paese di Riola.

Arrivati nella piazza principale di Riola e trovandoci di fronte a questa strana chiesa, si rimane un po’ sorpresi e straniti: di primo acchito sembra forse più un capannone industriale, con i suoi muri intonacati e l’enorme campanile di cemento. Lo scetticismo ci attanaglia mentre attraversiamo il sagrato e ci accostiamo all’edificio… Tuttavia, quando varchiamo la soglia, siamo rapiti dalla luminosa e semplice bellezza dell’interno: dominano il colore bianco, la luce e un’atmosfera quasi ascetica, sacrale. In effetti, l’architettura semplice e le linee morbide e pulite vogliono far convergere l’attenzione sul punto centrale della liturgia, senza distrazioni. L’essenzialità è una delle caratteristiche fondamentali di questo ambiente, che contiene arredi non decorati, ma con linee sinuose, che hanno elementi ispirati alla natura, come anche il tetto, che ricorda i crinali delle montagne. Anche i materiali sono semplici: cemento armato, offerto dalla ditta costruttrice, e pietra naturale ricavata dalle cave circostanti.

Insomma, veniamo incantanti da questo luogo che ispira sacralità e, quando usciamo, guardandoci indietro verso l’esterno della chiesa, ci appare un poco meno sgradevole…

Rocchetta Mattei - esterno.
Rocchetta Mattei - archi.


ROCCHETTA MATTEI

Alle 11.30 siamo puntuali nell’accedere a questo castello unico nel suo genere, in cui la commistione degli stili e il gusto per l’illusionismo si combinano per trasportarci in un altro universo, lontano dalla nostra realtà… La guida, che ci accompagna tra cortili, sale e terrazze, ci spiega la storia dell’edificio, voluto dal Conte Mattei e poi abbandonato per anni.


Qui potete leggere il racconto completo della nostra visita e trovare tante foto e informazioni sulla Rocchetta Mattei.

Rocchetta Mattei - cortile.

ROCCA PITIGLIANA

Conclusa la visita alla Rocchetta Mattei, ci dirigiamo dove abbiamo prenotato per il pranzo… Stranamente, per i nostri standard, siamo ancora una volta in anticipo e decidiamo di fare una passeggiata alla scoperta del borgo della Rocca Pitigliana. Complice l’orario (sono ormai le 13), le stradine sono completamente deserte e il paese, inerpicato a poco più di 500 metri di altitudine, ci porta indietro nel tempo… Passiamo prima il torrente, dove sorge un antico mulino ad acqua a ruota orizzontale (molto diffuso nella montagna bolognese) e poi saliamo verso la rocca, che si staglia sulla rupe che domina la valle del Marano. La sua storia è molto antica: la pieve è ricordata in documenti del 969, parlando dei confini tra i vescovati di Modena e Bologna. Intitolata a San Giovanni Battista da Pitigliano, la chiesa era in realtà anche detta di Affrico, probabilmente perché si ergeva a poca distanza dall’attuale e omonima chiesa parrocchiale (1628). Il borgo era composto da una comunità particolarmente attiva sul piano sia bellico sia commerciale; alcuni storici fanno accenno alla presenza di un castello, il cui perimetro doveva coincidere con quello dell’attuale facciata della chiesa e dell’attigua casa-torre. Gallerie scavate nella roccia dovevano condurre alla fortezza e sono ancora parzialmente visibili.

Rocca Pitigliana.
Rocca Pitigliana - retro, Chiesa di San Michele Arcangelo.

Arrivati nella bella piazzetta principale, con lo splendido panorama sulla valle e sulle montagne circostanti, ci godiamo la rocca recentemente restaurata e passiamo sotto un arco per scoprirne il retro, purtroppo pericolante. Qui si trova l’attuale chiesa di San Michele Arcangelo, molto particolare, con una scala diroccata e una piccola terrazza con balaustra da cui si domina il paesaggio.

OSTERIA DELLA ROCCA

È arrivato il momento del pranzo! L’Osteria della Rocca, che si trova proprio a pochi passi dal centro del borgo, è molto graziosa, con ambienti nuovi, curati e accoglienti e un’atmosfera locale e casereccia. I piatti sono cucinati in modo semplice e gustoso; ciò che colpisce è senza dubbio la grande qualità degli ingredienti…

Su TripAdvisor trovate la mia recensione completa con piatti, foto e prezzi.

Osteria della Rocca - esterno.
Osteria della Rocca - verdure miste.

BORGO LA SCOLA

Usciti soddisfatti e ristorati dal nostro pranzo, torniamo indietro, in direzione della Rocchetta Mattei, che passiamo per arrivare ad un piccolo paesino: Borgo La Scola. Parcheggiamo proprio all’inizio delle case, ma (lo scopriremo dopo) c’è un’area riservata alle auto proseguendo qualche metro più avanti…

La prima impressione è quella di essere tornati nel Medioevo: la maggioranza degli edifici, infatti, risalgono al 1400-1500 e sono perfetti esempi di architettura medievale, realizzati dai Maestri Comacini, i quali, provenienti da Milano e da Como e riuniti in corporazioni, avevano una scuola di arte muraria di ispirazione tipicamente lombarda.

Passeggiamo tra le case e ci stupiamo di come il borgo sia rimasto praticamente integro nei secoli…

In un documento del 1235, si trova la citazione di una sola casa, chiamata “Sculcula”, ovvero la sede di un piccolo distaccamento militare: sculca, infatti, è un termine di origine romana che indica un posto di vedetta o di guardia su un’altura. Questa informazione ci chiarisce l’antica origine del borgo, nato come quartiere militare e luogo di difesa del centro monastico di Montovolo, di grande importanza anche dal punto di vista commerciale.

Prestando attenzione, possiamo vedere ancora oggi le tracce di questa funzione militare: il borgo, infatti, è composto da una decina di torri incorporate o adiacenti agli edifici principali, costituendo sette aggregati o “insulae urbane”. Alcune di esse sono tra di loro collegate ai piani superiori da corridoi pensili. La struttura del paese si slancia su uno sperone roccioso, circondato da campi e che domina su un bel paesaggio circostante, fin troppo mite, adesso, se lo compariamo con questo ammasso compatto e difensivo.

Borgo La Scola - Corte delle Case della Scola.
Borgo La Scola.
Borgo La Scola - cipresso secolare e la Teggia Parisi.
Borgo La Scola.
Borgo La Scola -Corte Bruni.
Borgo La Scola.

Spostandoci tra gli stretti vicoli arriviamo ad ammirare il maestoso cipresso secolare, alto 25 metri e con oltre 700 anni di età. Esso svetta orgoglioso al limitare di un campo, sopra ad un’abitazione, la Teggia Parisi, con un bel giardino e un portico, creando un’ambientazione bucolica…

Tornando indietro, ci troviamo nella bella Corte Bruni, caratterizzata da un orologio solare, recentemente restaurato (2019); esso si trova sulla Casa di Piròn o Casa dell’Architetto, dal suo attuale proprietario. Notiamo subito come questo edificio sia ciò che resta dell’antico ingresso del primo insediamento del borgo. Una lapide ricorda che nella Casa Palmieri nacque Arturo Palmieri (1873), giurista e noto storico. 

Al lato opposto del paese troviamo l’isolato di Casa Parisi, che domina la piazza detta “Corte delle Case della Scola”: un pannello illustrativo ci mostra la sequenza di costruzione dell’edificio dall’originale casa a torre (Torre Parisi) alle sue varie estensioni. Interessante è anche la spiegazione del funzionamento dell’orologio solare verticale, presente sulla facciata dell’edificio.

Il Borgo La Scola è un luogo piacevole e fuori dal tempo, i minuti qui scorrono lenti e assolati, con una luce che colpisce e scalda le pietre delle case e l’erba verdeggiante…

Borgo La Scola.
Borgo La Scola.

PONTE DI VERZUNO

Iniziamo a tornare verso Firenze e facciamo una brevissima sosta al Ponte di Verzuno, una frazione a pochi chilometri da Camugnano. Il ponte, che attraversa il torrente Limentra, che sfocia poi nel Lago di Suviana, trae il nome da due possibili origini: potrebbe derivare dal latino Vertemnus, dio romano del volgere delle stagioni, dei mercati e delle fiere, oppure dal celtico, nella cui lingua significherebbe podestà nobile o forte, scudo, dominio.

Purtroppo, una frana nel Quattrocento distrusse l’antico abitato… Rimane ancora oggi uno storico palazzetto, un tempo la Tabaccheria-Cartoleria Pelagalli  e che adesso ospita un negozio di alimentari tipici.

Ponte di Verzuno.
Camugnano - Palazzo del Municipio.

CAMUGNANO

Prima di riprendere l’autostrada per tornare a Firenze, ci dedichiamo ad un’ultima sosta: il paese più grande che visitiamo in questa nostra gita, Camugnano.

Parcheggiamo in prossimità del parco giochi con una bella pineta e un chiosco che deve animarsi durante la stagione estiva e capiamo subito perché questa località è soprannominata la “terrazza dell’Appennino”: il panorama sulla valle del torrente Limentra e sulle montagne circostanti è davvero splendido e lo sguardo può spaziare verso l’orizzonte colpito dagli ultimi raggi del sole al tramonto.

Approfittiamo di quest’ultima luce, calda e aranciata, per passare nel centro, con il palazzo del Municipio che svetta sulla piazza, e per ammirare la chiesa principale, dedicata a San Martino vescovo di Tours e costruita nel Settecento, con una ristrutturazione ottocentesca. La facciata esterna, che domina il panorama fu riedificata nel 1944, mentre il campanile è di tre anni più tardi. L’antica chiesa, di origine romanica, era la parrocchia dell’importante centro medievale di Camugnano, ma fu ricostruita già nel 1615 su iniziativa di don Giovanni Bacialli; non mancarono nei secoli successivi le modifiche, fino ad arrivare alla completa ricostruzione settecentesca.

Anche si ci tratteniamo per poco, sentiamo subito l’influsso del buon clima e dell’ambiente naturale rilassante, che hanno reso Camugnano luogo di villeggiatura ideale per anziani e famiglie…

Possiamo adesso tornare a casa soddisfatti!

Il Casale Tosco-Emiliano - esterno.



BUDGET

Per 2 persone – partenza e ritorno a Firenze

  • Benzina: 50,00 euro
  • Pedaggio autostradale: 8,00 euro
  • Alloggio e prima colazione: 75,00 euro (Camera Suite)
  • Cibo: 89,50 (cena al Casale Tosco-Emiliano 43,00 euro + pranzo all’Osteria della Rocca 46,50 euro / merende e altro pranzo: al sacco)
  • Visite: 22,45 euro (Rocchetta Mattei / altri luoghi: gratis)


TOTALE: 122,5 euro a testa.

INFORMAZIONI


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