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TREKKING A CARMIGNANELLO

Sulle pendici di Monte Morello,
un percorso tra due fonti e antiche architetture

Domenica 10 luglio 2022

Un’iniziativa della ProLoco di Sesto Fiorentino, la “Camminata delle Due Fonti”, ci ha offerto una ghiotta occasione per scoprire un’area del nostro territorio vicinissima a Firenze, ma che avevamo a lungo trascurato. Le pendici di Monte Morello, infatti, sono il luogo ideale per chi desidera immergersi nella natura, senza dimenticare la storia e l’arte. Offre un ottimo esempio anche la Chiesa di Sant’Andrea a Cercina, snodo di numerosi sentieri e che noi conosciamo piuttosto bene! L’evento organizzato da ProLoco prevedeva anche una cena, a sostegno dell’associazione per la lotta agli incendi boschivi, La Racchetta ODV, e il rientro in notturna: come perderselo?

Locandina dell'iniziativa di ProLoco.


Da Firenze saliamo sulle pendici di Monte Morello attraverso una strada prima piuttosto agevole e poi sempre più stretta… L’ultimo tratto diventa sterrato e due muretti laterali impediscono il transito delle auto troppo grandi (come la nostra). Lasciamo, quindi, la macchina in corrispondenza delle ultime case, dove si interrompe la strada asfaltata, e proseguiamo a piedi in leggera salita: l’atmosfera è piacevole tra uliveti e bosco, con un viale alberato che conduce proprio all’ex-convento.

Ci troviamo nella piccola frazione di Carmignanello, all’interno del comune di Sesto Fiorentino e che si estende sulle pendici di Monte Morello. Questo luogo racchiude edifici storici un tempo di una certa rilevanza: comprende, infatti, l’ex convento, alcune case torri e la Chiesa di San Bartolomeo.

Lunghezza complessiva7 km.
Tempi di percorrenza2h30min
Dislivello298 m.
Grado di difficoltàFacile
SCHEDA TECNICA

EX-CONVENTO DI CARMIGNANELLO

Ufficialmente il nostro trekking comincia proprio davanti al cancello sbarrato del convento (346 m.), che viene nominato per la prima volta in documenti del Trecento tra i possedimenti della famiglia Boninsegni. L’ultimo erede divenne frate e, perciò, trasformò la villa da signori in un convento di domenicani, parte della comunità ecclesiastica di Santa Maria Novella. La cessione di proprietà avvenne nel 1609 e dal 1610 al 1620 i Domenicani trasformarono la residenza in un monastero. La ristrutturazione fu affidata all’architetto fiorentino Matteo Nigetti e fu realizzata solo parzialmente: possiamo vedere un bel giardino rialzato, circondato da logge e dal quale si accedeva alle cantine e alle cucine.

A metà Ottocento fu acquistata dalla famiglia Ginori, che già possedevano numerosi terreni ed erano interessati ai boschi circostanti la villa per ricavare il legname per alimentare le fornaci della loro azienda a Doccia. I boschi furono da loro usati anche per battute di caccia, ma i Ginori non erano interessati ad una casa in campagna perché ne possedevano già una, quella di Colonnata. Decisero, però, di costruire una strada d’accesso dal Parco Ginori, chiamata “la via piana”, così da poter arrivare fino a Carmignanello con le carrozze. Al loro intervento dobbiamo anche la presenza di un acquedotto, necessario all’approvvigionamento d’acqua per la produzione della ceramica: utilizzarono le sorgenti del torrente Zambra, che scaturisce poco al di sopra dell’edificio.

Mappa del percorso.


Ad oggi, la villa è in vendita, dopo un fallimento, per due milioni di euro e si spera che venga presto ristrutturata.

Ex-convento di Carmignanello.

CHIESA DI SAN BARTOLOMEO

Costeggiando un bel campo di olivi, che si apre proprio sulla piana illuminata dal sole, arriviamo in pochi minuti alla chiesina romanica dedicata a San Bartolomeo, di cui vediamo subito il retro con l’abside e il campanile a vela. Spostandoci davanti, nella piccola terrazza antistante la facciata semplice e lineare, rimaniamo delusi dal portone chiuso. Questo luogo era chiamato “cappella san Bartolomeo”, come era indicata nelle antiche carte topografiche che ne segnalano l’altitudine a 349 m.

Panorama su Sesto Fiorentino.
Chiesa di San Bartolomeo.
Chiesa di San Bartolomeo.

Proseguiamo costeggiando la Torre di Carmignanello, un agglomerato di case che sono ancora abitate (e infatti veniamo accolti da due bei cagnoloni). Arrivati al Ponte (370 m.), giriamo a destra: non sfugge il nome “Spartimoglie”, così detto dalla leggenda popolare per cui due contadini, che abitavano sui due versanti del torrente, erano innamorati della medesima fanciulla.

FONTE GIALLINA

Il sentiero (n. 4) diventa progressivamente più stretto e sbuchiamo alla Fonte Giallina (400 m.). Purtroppo, a causa della siccità, il corso d’acqua è completamente prosciugato e ovunque notiamo erba bruciata e terra riarsa… Un vero peccato, soprattutto perché siamo ancora solo all’inizio di luglio!

Attraversato il letto dello Zambra, arriviamo ad un bivio e prendiamo il sentiero a sinistra: nell’altra direzione, infatti, arriveremmo al piazzale Leonardo, che è una meravigliosa terrazza su tutta la piana di Sesto Fiorentino e dove si mangia molto bene al ristorante Caravanserraglio.

Proseguiamo la nostra salita e osserviamo la trasformazione del bosco: il pino nero, introdotto dall’uomo all’inizio del Novecento, sta gradualmente cedendo il posto agli alberi originari, prevalentemente latifogli come querce e frassino. Il bosco sta tornando ad essere, quindi, quello che vi era prima dell’intervento umano.

Lungo il sentiero vale la pena voltarsi ad ammirare il panorama: scorgiamo una parte di Firenze, in primo luogo Palazzo Pitti; siamo circondati dagli alberi, che vediamo lungo tutto il crinale di fronte a noi, intervallati solo dalla presenza delle antenne del piazzale Leonardo. La luna, intanto, è sorta e ha conquistato il proprio pezzetto di cielo, mentre il sole tramonta.

Torre di Baracca.
Panorama su Firenze.

TORRE DI BARACCA

Siamo giunti ad una torre di origine medievale, costruita dopo il Mille (se ne hanno notizie dal XIII secolo), nacque con la funzione di torre di avvistamento. La tradizione, infatti, racconta che da essa si potesse controllare la vecchia mulattiera passante da Rifredi, il Casale e Carmignanello verso l’Appennino e Bologna. Come tante altre, subì la triste sorte di essere capitozzata dopo la battaglia di Montaperti (1260), poiché di parte guelfa.

Nei secoli fu trasformata in una dimora signorile dalla famiglia Cioni, per ospitare il mezzadro e con diversi annessi; in seguito, fu acquistata dagli Strozzi e nell’Ottocento i Ginori comprarono la proprietà e vi realizzarono una cascina, ovvero in un luogo per la produzione di formaggio (il cascio, appunto). I latticini servivano per il consumo della famiglia, ma anche per la vendita.

Panorama su Firenze.
Panorama su Firenze.

Dalla Torre di Baracca (530 m.) imbocchiamo il sentiero del CAI 2b e continuiamo a salire per l’ultimo tratto: il panorama su Firenze si amplia e riusciamo addirittura a distinguere il Duomo!

FONTE DEI SEPPI

Con un ultimo piccolo sforzo raggiungiamo la strada asfaltata, oltre la quale si trova la Fonte dei Seppi, famosa per un episodio della resistenza fiorentina, una battaglia avvenuta nei pressi di questa sorgente il 14 luglio 1944.

Torre de La Racchetta ODV.
Panorama su Sesto Fiorentino.
Lungo il percorso...

Sotto la fonte, troviamo la torre antincendi de La Racchetta ODV, che ci ha preparato la cena! Tra antipasti, primi e frutta, il tempo vola e ci rigeneriamo dalla fatica. Il sole è tramontato e noi siamo pronti a ripartire con l’oscurità. Armati di torce frontali, infatti, percorriamo la strada a ritroso, preferendo un sentiero più ampio, anche se un po’ ghiaioso, e che sbuca in corrispondenza del ponte.

Il rientro in notturna per me è sempre ricco di grande fascino… Nell’ultimo tratto ci stacchiamo dal gruppo per recuperare l’auto e attraversiamo da soli il viale alberato, sentendo il frusciare degli animali nel bosco.

In conclusione, il trekking è semplice e noi consigliamo di farlo al tramonto (se da soli, magari, evitando l’oscurità completa al ritorno) perché la luce aranciata del sole avvolge il panorama di un velo romantico…

Rientro in notturna con frontalini.
Cena di raccolta fondi curata da La Racchetta ODV.



INFORMAZIONI

Cena di raccolta fondi curata da La Racchetta ODV - versione vegetariana e senza glutine.



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