La fatalità della vita e della morte
Trovata casualmente tra i libri usati in un mercatino, questa edizione di “Cronaca di una morte annunciata”, ingiallita dal tempo e con le pagine spesse e corpose, ha subito attirato la mia attenzione. Di Gabriel García Márquez ho amato molto “L’amore ai tempi del colera”, che ho letto durante la mia adolescenza e che ho divorato in pochi giorni (al contrario, purtroppo, di “Cent’anni di solitudine”, che non sono mai riuscita a terminare). Scegliere questo breve romanzo, quindi, è stato semplice: una decisione ben presa.
Cronaca di una morte annunciata è un libro abbastanza famoso, che ho sentito nominare per anni e che mi ero ripromessa avrei letto, prima o poi… Il rischio con questo genere di romanzi e di autori, così conosciuti, è di rimanere delusi o di immaginare una storia che è poi completamente diversa. Invece, questa lettura ha addirittura superato le mie aspettative!
Come è facile intuire dal titolo, la trama ruota intorno ad una morte annunciata, quella del giovane Santiago Nasar: “Il giorno che l’avrebbero ucciso, Santiago Nasar…” così recita la prima riga del libro. Si comincia, quindi, dalla fine, dall’avvenimento più importante, dall’azione perno di tutta la storia. Il romanzo si ispira ad una storia vera, accaduta trent’anni prima: quella di un giovane di origini italiane che studiava a Bogotà, in Colombia.
Il romanzo si sviluppa raccontando le angolature, le prospettive e gli eventi subito precedenti rispetto alla morte; parte dalla cronaca di ciò che Nasar fece poco prima di essere ucciso e arriva fino al compimento del suo assassinio, la cui descrizione avviene nell’ultima pagina. Al centro del romanzo si intrecciano le vite degli altri personaggi, le cui scelte e azioni conducono fatalmente all’uccisione di Nasar. Il lettore scopre così perché il giovane deve morire, chi sono i suoi assassini, come la voce del suo prossimo assassinio si sia diffusa a macchia d’olio e nessuno sia intervenuto.
La fatalità incombe e il destino non fa sconti… Questo sembra comunicare il romanzo: se devi morire un mattino sulla soglia di casa, così sarà la tua fine.
D’altra parte, però, il rocambolesco succedersi di voci, l’inerzia, i tentativi a vuoto di avvertire o di scongiurare l’evento, la decisione tardiva di intervenire, tutto il contorno brulicante, smanioso e immobile dei personaggi suggerisce anche un altro pensiero, una sensazione di inettitudine e di disinteresse. La sorte potrebbe essere evitata o almeno arginata, ma chi ha la forza, il coraggio, la volontà per farlo? Amici, parenti, semplici conoscenti, persone il cui ruolo richiederebbe un’azione diretta (es. il parroco o il commissario di polizia): sono tantissime le figure coinvolte, che potrebbero agire e non lo fanno. Forse, addirittura, è più l’inerzia generale a condannare Nasar, il pensiero che o il giovane abbia già scampato il pericolo o che esso sia inevitabile. Incuria, incapacità, fatalismo, ignoranza determinano una morte così facilmente evitabile. Un destino ineluttabile serpeggia tra le pagine e si porta a compimento proprio come previsto.
“Soprattutto, non gli parve mai giustificato che la vita si servisse di tante casualità proibite alla letteratura, perché si compisse senza ostacoli una morte tanto annunciata.”
p. 88
Il romanzo è improntato su uno stile giornalistico di cronaca nera: anni dopo il compimento dell’omicidio, il narratore raccoglie le testimonianze di protagonisti e passanti, cerca di ricostruire gli eventi. I dettagli della morte sono descritti con crudo realismo e l’abbondanza di particolari catapulta nel mondo descritto dalle pagine. Tuttavia, nonostante il carattere di cronaca, il libro riserva anche diversi momenti della dose di realismo magico, del quale Márquez è uno dei maggiori esponenti. L’appartenenza a tale corrente letteraria è evidente nell’aroma di morte che Santiago lascia nei fratelli Vicari, nel colore blu dell’anima di Yolanda de Xius, una vicina che cerca a tutti i costi di recuperare la propria casa dall’aldilà, nella presenza di un “uccello fluorescente” che, come un’anima, ogni notte vola sopra la chiesa del paese. Come è tipico del realismo magico, quindi, all’interno di un mondo realistico vengono inseriti elementi fantastici, trattati come del tutto ordinari.
Nonostante il finale sia ovvio, la storia è così ben costruita che riesce a tenere con il fiato sospeso. Personalmente amo sempre questo tipo di struttura a incastro, un puzzle di prospettive, pensieri, frammenti di vita, persino una parentesi “amorosa”, che, per alcuni tratti, ha somiglianze con l’Amore ai tempi del colera, ad esempio per la presenza delle lettere e il ritrovarsi sfioriti dagli anni ma finalmente insieme.
Infine, mi colpisce e non riesco a rassegnarmi a come un dramma evitabile, non desiderato da nessuno, nemmeno dagli stessi assassini, si realizzi tra la pigrizia e la superficialità generale. Dovremmo forse accettare questa idea: non c’è giustizia. Così va la vita, e la morte.
“Datemi un pregiudizio e solleverò il mondo.”
SINOSSI
La cronaca pseudo-giornalistica racconta la morte di Santiago Nasar, giovane di origini arabe, ricco e affascinante, il cui assassinio imminente viene annunciato già nelle prime righe della storia. Il narratore, un amico della vittima, ricostruisce gli avvenimenti precedenti e successivi all’omicidio. Senza voler anticipare rivelazioni e intrecci che rendono la storia appassionante, basti dire che l’omicidio del giovane è legato ad un matrimonio celebrato il giorno precedente e viene perpetrato dai due fratelli della sposa, Pablo e Pedro Vicario, che in realtà sperano di essere fermati dal compiere un’azione necessaria per questioni di onore ma che preferirebbero non realizzare.
L’AUTORE
Gabriel García Márquez (1927 – 2014) è stato giornalista, scrittore, sceneggiatore ed editore. Il suo successo è fortemente legato al boom della letteratura ispano-americana, che si registrò a partire dagli anni Sessanta. Nel 1967 ha pubblicato Cent’anni di solitudine; gli altri due suoi romanzi più celebri sono L’amore al tempo del colera (1985) e Cronaca di una morte annunciata (1981). Ha vinto il Nobel nel 1982 ed è stato uno dei maggiori esponenti del realismo magico, una corrente letteraria che prevede la descrizione del mondo che si presenta ad un primo impatto come realistico, ma nel quale sono inseriti alcuni elementi sovrannaturali, non spiegabili attraverso la ragione. Questi elementi fantastici non destano alcuna sorpresa nei personaggi, che li percepiscono come normali.
IL LIBRO
Gabriel García Márquez, Cronaca di una morte annunciata, Mondadori, Milano, 1985.
> https://www.ibs.it/cronaca-di-morte-annunciata-libro-gabriel-garcia-marquez/e/9788804567899
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