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DICEMBRE 2021

Dai viaggi alla quarantena

Nel silenzio della mattina del primo dell’anno, è facile scivolare tra le riflessioni sul 2021 e in particolare sul mese appena trascorso. Iniziato in modo scoppiettante e ricco, ricchissimo, di viaggi, scoperte, musei, sfide lavorative e non, si è concluso con una quarantena e il mio primo tampone positivo in quasi due anni di pandemia. Dicembre mi ha insegnato tanto e il dover affrontare il Covid personalmente, come lotta quotidiana, mi sta mostrando nuovi aspetti di me stessa.

Cosa mi porto dietro, dunque, dall’ultimo mese del 2021?

  1. Viaggiare da Roma a Bologna fino alla Val di Fiemme

Le prime tre settimane di dicembre sono state un susseguirsi meraviglioso di viaggi: i giorni 5 e 6 ero infatti a Roma per lavoro (e poi per piacere); dal 6 al 12 sono andata con Lorenzo in montagna, nella nostra amata Val di Fiemme; il weekend del 18 e del 19 abbiamo finalmente visitato Bologna, con un soggiorno in albergo posticipato da marzo 2020.

È stato un vero piacere poter godere di tutto questo e tornare per qualche settimana ad uno stile di vita più simile a quello che era il nostro prima del Covid, delle restrizioni e della paura del contagio. Non che il timore sia mancato, s’intende, ma siamo riusciti a viaggiare con relativa tranquillità. [E la trasferta “fatale”, quella in cui Lorenzo ha contratto il virus, è stata subito dopo, a Milano, per la festa natalizia di Telepass…]

Piazza dei Musei Capitolini a Roma.
Due guerrieri alla mostra I Marmi Torlonia a Roma.
  1. Mostre e musei in solitudine

Una delle grandi soddisfazioni di questi viaggi è stata il poter visitare musei e mostre praticamente in solitaria: ciò dipende sicuramente dalle restrizioni e dalla diffidenza delle persone, che rischiano già a sufficienza per andare al centro commerciale, ma anche da una scelta accurata che abbiamo fatto. Abbiamo deciso, infatti, di preferire attrazioni e circuiti minori, più sconosciuti alla massa dei turisti.

A Roma mia mamma mi ha suggerito una stupenda esposizione: I Marmi Torlonia, che ho ammirato in totale tranquillità perché da sola per l’intero percorso. A questa suggestiva e mastodontica mostra ho dedicato un articolo approfondito, ricco di foto e considerazioni.

A Bologna, invece, abbiamo deciso di seguire il percorso museale del Genus Bononiae. Io e Lorenzo ci siamo capitati quasi per caso: abbiamo prima visitato il Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca nella chiesa di Santa Maria della Vita e, da qui, una volontaria ci ha suggerito di andare a vedere un bellissimo affresco di Cristo, medievale, conservato nella cripta del Museo San Colombano. Abbiamo così scoperto che il nostro primo biglietto offriva sconti per i palazzi e i complessi del circolo del Genus Bononiae: ne abbiamo approfittato visitando San Colombano e il Museo della storia di Bologna a Palazzo Pepoli.

Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell'Arca a Bologna.
La neve appena caduta al Villaggio Veronza.

A Bologna, inoltre, non ci siamo fatti sfuggire l’aria natalizia facendo tappa nei tre mercatini della città: l’Antica Fiera Santa Lucia, il Villaggio di Natale francese e la Fiera di Natale di via Altabella. Infine, ci siamo creati un percorso alla ricerca delle opere di Niccolò dell’Arca: la Madonna di Piazza con Bambino (1478) sulla facciata di palazzo d’Accursio, l’Aquila nella lunetta della chiesa di San Giovanni in Monte e la famosa Arca in quella di San Domenico. Pur nel caos e nell’affollamento delle vie del centro bolognese, abbiamo sempre saputo trovare spazi e luoghi di solitaria tranquillità in cui poter ammirare l’arte spesso ignorata dai più.

  1. La magia della neve in Trentino

La fortuna ci ha assistiti anche durante la nostra vacanza in Val di Fiemme perché proprio il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, una meravigliosa nevicata ha imbiancato l’intera valle e ci ha regalato un po’ di magia. Non abbiamo resistito e siamo usciti per godere del manto fresco e del silenzio: in pochi si avventuravano per le strade!

In quei giorni abbiamo visitato paesi e luoghi che già conoscevamo, ma il cui aspetto era mutato dalla coltre di neve: Cavalese e la bella passeggiata panoramica proprio sopra di esso, la cascata lungo l’Avisio, il centro di Predazzo e quello di Moena, i presepi tra le vie del centro di Tesero e l’incantevole grande installazione a Varena. Come piccolo extra ci siamo anche concessi una tappa al mercato natalizio intorno al Lago di Carezza, con tanto di fiaccolata con le lanterne… Un’atmosfera davvero magica!

Qui potete trovare maggiori informazioni su attività e luoghi da visitare a Natale in Val di Fiemme.

Federica sotto la neve al Villaggio Veronza.

Mercatino di Natale al Lago di Carezza.
  1. Libri natalizi

Parlando del clima di festa, non posso non nominare le mie due letture di dicembre: si tratta di due libriccini molto graziosi, simili e al tempo stesso differenti, entrambi di autori celebri dell’Ottocento.

Il primo, acquistato casualmente prima di partire per Bologna, è un pamphlet di Washington Irving, Caro vecchio Natale, che trasporta il lettore nell’atmosfera natalizia della campagna inglese con le sue antiche tradizioni e momenti di condivisione e convivialità.

Il secondo è un regalo di Natale di mia mamma: una deliziosa edizione di Storia di Natale di Charles Dickens. L’ho divorato in pochi giorni e mi ha riportata alla mia infanzia e ai molti adattamenti che ho visto di questo libro, primo tra tutti il cartone animato della Disney. Ho però letto le pagine sotto una nuova luce, una consapevolezza più adulta: è stato molto interessante.

Qui la mia recensione completa su entrambi!

Due libri natalizi sotto l'albero.
Il pranzo da Botanica Lab a Bologna.
  1. Cibi fantastici a Firenze, Roma e Bologna

Nonostante le restrizioni con l’introduzione del Super Green Pass (solo per vaccinati e guariti), il mio dicembre è stato ricco di scoperte e prelibatezze culinarie, non solo e non tanto da asporto ma anche gustate in loco.

Asporto da Aldina a Bologna.


Iniziamo con una conferma: Fake a Firenze, bistrot totalmente senza glutine che dal 5 dicembre ha inaugurato la possibilità del brunch domenicale. Come non approfittarne? Così io e Lorenzo ci siamo gustati dei fantastici avocado toast e delle uova strapazzate, oltre a pancake dolci e un incredibile French toast!

A Roma, Lorenzo mi ha fatto scoprire un ristorante vegano, celebre anche per la presenza di gatti che sonnacchiosi accompagnano i pasti dei clienti: il Romeow Cat Bistrot. L’ambiente e la cucina sono molto particolari, forse un po’ eccessivi per i miei gusti, soprattutto per gli abbinamenti arditi. Tuttavia, ho mangiato un secondo squisito: tempeh marinato agli agrumi di Sicilia su crema di lenticchie al curry java con indivia belga glassata.

Ma è stato a Bologna che abbiamo toccato l’apice della bontà! Sabato, infatti, abbiamo preso da asporto piadine, crescioni e tigelle tutto senza glutine da Aldina, mentre domenica siamo riusciti ad accomodarci all’esterno del ristorante vegano Botanica Lab. Inutile dire che sono stati due tra i pranzi migliori del mese… forse dell’anno! Aldina ci ha sorpreso per la bontà dell’impasto e per la varietà dei ripieni, mentre i piatti di Botanica Lab sono semplici e ricercati al tempo stesso: con sapori non carichi e abbinamenti azzeccatissimi. Particolarmente gustosi sono stati i ravioli rossi (ravioli di sfoglia di pomodoro essiccata con crema di anacardi al pepe rosa, pesto di pistacchi, terra d’olive e insalatina verde) e il fumè (carciofo cottura al forno, puntarelle in insalata con chicchi di melograno e crema di soia affumicata agli agrumi).  

  1. Fuori dalla zona di confort a lavoro

Oltre a tutte queste delizie della vita privata, ci sono stati anche molti impegni lavorativi… Soprattutto mi sono cimentata in nuove attività fuori dalla mia zona di confort: ho gestito due raccolte fondi presso gli uffici di Telepass nelle sedi di Roma e di Firenze. È stata un’esperienza senza dubbio stimolante e per la quale ho avuto la mia giusta dose di ansia, ma tutto si è svolto nel migliore dei modi e sono lieta di aver portato avanti questo piccolo progetto.  

  1. Soddisfazioni e nuove sfide con SiJam

Un’importante soddisfazione è venuta dal corso Social Innovation Jam III… Io e le ragazze del mio team, oltre all’Associazione Pallium, abbiamo vinto! I risultati si sono fatti attendere, ma la gioia è stata grande. Questa vittoria significa che il nostro progetto è stato selezionato tra i cinque proposti e che nel 2022 potremo curare la campagna di crowdfunding per la sua realizzazione. Quindi, sì, certo, un bellissimo riconoscimento, soprattutto perché la valutazione è stata fatta da una commissione composta da importanti personaggi della Fondazione CR Firenze, ma anche un impegno per i prossimi mesi e nuove sfide all’orizzonte…

Team Mercurio al corso SiJam III.

Videochiamata di Natale.

  1. Quello che veramente conta per Natale (le feste in quarantena)

Dopo le tante gioie che ci sono state donate dalle prime tre settimane di dicembre, io e Lorenzo non abbiamo concluso al meglio il mese perché non abbiamo potuto festeggiare con i nostri genitori (e nemmeno tra di noi) in quanto prima positivo lui e in quarantena io e poi positivi entrambi, anche se con sintomi abbastanza diversi.

Ciò che mi ha colpita della situazione delicata che ci siamo trovati a vivere, mentre anche i contagi nazionali crescevano e abbiamo toccato i 145.000 casi l’ultimo giorno dell’anno, è stato il dispiacere di non poter trascorrere le feste con i miei cari. Ho sempre creduto che la cosa più invalidante per me sarebbe stata la forzata quarantena in casa (e onestamente, dopo quasi una settimana, comincio a sentirne gli effetti) invece la sofferenza più grande è stata quella di essere divisa dai miei affetti. La maggioranza dei regali, infatti, sono rimasti impacchettati sotto l’albero, in attesa di essere scartati quando ci ricongiungeremo e potrò finalmente abbracciare mia mamma e mio babbo senza alcuna paura.

Federica alla raccolta fondi di AIAU ODV presso Telepass.
  1. Prendersi cura di sé durante il Covid (e non solo)


La quarantena e lo sviluppo del virus mi hanno anche portata a concentrarmi sulla necessità di prendermi cura di me stessa. Essendo stata da sola per i primi giorni (Lorenzo è tornato il 31 dicembre), mi sono confrontata col bisogno di coltivare benevolenza e compassione verso di me in un modo nuovo. Sono fiera di come mi sono comportata: mi sono nutrita sapientemente, riposata, monitorata, accudita… Lorenzo e i miei genitori sono sempre stati presenti virtualmente, con videochiamate, messaggi e telefonate, ma in quei giorni ho contato su me stessa, nonostante un po’ di paura e qualche acciacco. Ho lottato strenuamente per non sviluppare altri sintomi e per non permettere il dilagare di quelli che si stavano manifestando (principalmente febbre per un giorno e mezzo e mal di testa). Adesso, il primo gennaio 2022, non sono fuori dalla malattia, ma spero di potermi avviare verso la guarigione…

  1. Meditazione mattutina

Notevole aiuto in queste giornate così delicate, è stato l’appuntamento con una meditazione di circa un’ora (dalle otto alle nove), ogni mattina dal 25 dicembre sulla pagina Facebook dell’Associazione gestita dalla Dr.ssa Massimiliana Molinari, con la quale ho seguito il corso di mindfulness per la riduzione dello stress.

L’appuntamento, che proseguirà fino al 6 gennaio, è suddiviso in un primo momento di riflessione, una meditazione, sempre diversa, di circa mezz’ora e un momento conclusivo.

È stato un momento molto prezioso per la mia giornata, anche perché mi ha ricordato quotidianamente di prendermi cura di me e di coltivare maggiore benevolenza verso me stessa. Ho notato che tale compassione ha cominciato a riflettersi spesso nelle mie relazioni con gli altri; la pratica mi sta aiutando a costruire un clima il più possibile sereno e a reagire in modo più lucido, pur riconoscendo il momento di difficoltà.

In conclusione, riporto una citazione che Massimiliana ci ha letto durante uno dei giorni di pratica e tratta da L’altro volto di Gesù di Anne e Daniel Meurois-Givodan:

“(…) Mi avevano insegnato che la solitudine è la trappola di chi chiude gli occhi. ‘Chiudi le imposte del cuore, e percepirai solo te stesso; quando uno percepisce solo se stesso non fa che guardarsi, e, che si piaccia o si detesti, si scortica, si dissezione, disperde il suo essere, diventa più che mai incapace di cogliere l’unione e poi l’unità delle cose. L’eremita non è mai solo, perché coglie la vita che ribolle anche nell’aria che respira, e cogliendola la trasforma in una vita ancora più intensa che proietta nella sfera universale’.”

Credo sia uno splendido e potente messaggio da portare con sé nel nuovo anno.


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