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PASSEGGIATA DI SAN VALERIO

Un percorso storico e naturalistico a Cavalese

Provato con il bello e con il cattivo tempo, con il caldo di agosto e il freddo innevato di febbraio, questo sentiero, semplice ma non scontato, ci porta alla scoperta di luoghi ricchi di storia e di una natura piena di sorprese. La prima volta, ad agosto 2021, ci sono stata da sola, mentre la seconda, a febbraio 2022, ci ho portato anche Lorenzo, con il quale abbiamo completato l’intero giro ad anello. In entrambi i casi le persone incontrate lungo il percorso sono state pochissime: è quindi un itinerario adatto anche in alta stagione, quando si vuole cercare un po’ di tranquillità pur rimanendo vicinissimi al paese di Cavalese.

Mappa del percorso.
Lunghezza complessiva5 km
Tempi di percorrenza2 ore
Grado di difficoltàMolto facile
SCHEDA TECNICA


La passeggiata si sviluppa in un’area compresa tra i comuni di Castello-Molina di Fiemme e Cavalese e passa attraverso la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) di Molina Castello.

Colpisce la grande varietà di ambienti: alcuni completamente naturali, altri con tratti storici e artistici di particolare rilevanza, altri ancora composti da zone coltivate. La ZSC è di notevole rilevanza dal punto di vista naturalistico perché si tratta di un’area tutelata ai sensi della Direttiva Habitat della Commissione Europea in quanto risulta essere un buon esempio di vegetazione erbosa steppica continentale con rarità floristiche. Oltre a ciò, questa zona è importante per la nidificazione, la sosta e lo spostamento di alcune specie protette di uccelli. Lungo il percorso incontriamo diversi pannelli illustrativi che ci spiegano le caratteristiche del territorio, con una particolare attenzione agli aspetti più legati alla flora e alla fauna.

Panorama di Cavalese.
Federica fotografa la Chiesa San Valerio.

Iniziamo il nostro itinerario dal Parco della Pieve, dove non entriamo ma il campanile svetta in diversi punti del sentiero. Infatti, seguendo le indicazioni proprio all’inizio del giardino, giriamo sulla strada asfaltata in discesa verso destra, da cui si gode di un’inusuale vista su Cavalese. Per lasciare l’auto consigliamo il parcheggio gratuito in corrispondenza degli impianti sportivi che si trovano proprio qui.

Costeggiamo a sinistra il cimitero e vediamo dal basso la Chiesa di Santa Maria Assunta che fa capolino tra gli alberi; a destra, invece, la vegetazione si apre e possiamo ammirare il panorama sulla valle, le montagne circostanti e la chiesetta di San Valerio che troneggia piccola e rustica sul suo cocuzzolo erboso.

Panorama su Cavalese.
Muretto a secco.
Lama e alpaca.

Continuiamo a scendere percorrendo l’ampia strada sterrata sulla destra e, al bivio, giriamo a sinistra, sempre lasciandoci guidare dalla vista di San Valerio. In questo tratto, dove predominano i campi, notiamo alcuni chiari esempi di muretti a secco. Grazie ad un pannello illustrativo scopriamo che essi sono manufatti tradizionali usati per sostenere i terrazzamenti coltivati; adesso hanno un’importante e riconosciuta funzione paesaggistica ed ecosistemica in quanto siti di eccezionale biodiversità. I muretti a secco, infatti, sono caratterizzati da un microclima particolare, dovuto alle pietre che accumulano il calore e li rendono più aridi; per questo motivo sono il luogo ideale per muschi, licheni e specie di succulente. Sono anche il nascondiglio perfetto grazie alla presenza di crepe e aree cave; molti insetti sono attratti dai fiori presenti, mentre altri vi svernano richiamando molti predatori come il ramarro, la vipera, il codirosso, l’upupa, topi e altri piccoli mammiferi.

Nello spazio a sinistra del sentiero, invece, possiamo intrattenerci con la vista di un gruppo di lama e alpaca, allevati dal vicino B&B El Molin, che con questi buffi animali organizza anche delle passeggiate.

Chiesa San Valerio.
Chiesa San Valerio.
Chiesa San Valerio.
Chiesa San Valerio e panorama circostante.

CHIESA DI SAN VALERIO

Il nostro percorso ci conduce ad un bivio: prima saliamo verso la Chiesa di San Valerio, lungo un acciottolato. Siamo sul dosso di San Valerio, che ebbe una notevole importanza storica e culturale per la comunità di Cavalese sin da tempi antichi. Dagli anni ’70 del secolo scorso, si sono susseguite delle campagne di scavi archeologici che hanno permesso la datazione dei primi insediamenti in questo luogo fin dal V-IV sec. a.C. Addirittura si sono trovate tracce dell’uso del fuoco prima della costruzione del complesso religioso e reperti provenienti dall’Età del Ferro! Il primo vero insediamento, con funzione anche militare, fu ad opera dei romani; sulle rovine di tali edifici nel Medioevo ne sorsero nel Medioevo di nuovi, piuttosto semplici e che appartenevano al sobborgo chiamato Cadrubio. Sembra che l’intitolazione del colle a San Valerio sia avvenuta in tal periodo, quando la Val di Fiemme era dominata dai Franchi, un popolo molto devoto a questo santo.

Considerata la zona panoramica particolarmente adatta, sul promontorio sorse il castello dei Conti di Eppan (Appiano), ceduto ai signori Enn-Kaldiff, nobili di Egna, e distrutto nel 1158.

Chiesa San Valerio.
Chiesa San Valerio.
Chiesa San Valerio.

Nei pressi del castello era presente una necropoli; fu questo probabilmente il motivo per cui nel 1162 il vescovo di Trento Adelpreto (1156-1172) volle edificare qui una chiesa intitolata ai santi Valerio, Clemente ed Apollonia. L’edificio doveva essere in stile romanico con un’unica navata e un’abside semicircolare e un campanile.

Le modifiche e i restauri si sono succeduti nei secoli; nel 1767 vennero eseguiti dei lavori di consolidamento, ma il carattere franoso del territorio determinò la soppressione della chiesa nel 1787 e l’abbandono del paese di Cadrubio, con un maggiore sviluppo di Cavalese. Fortunatamente un affresco raffigurante il santo titolare venne staccato e portato nella Chiesa di San Sebastiano di Cavalese, che nel 1796 ricevette anche tutte le sostanze da quella di San Valerio. Essa andò definitivamente in rovina verso la fine dell’Ottocento; nello stesso secolo venne costruito il piccolo edificio che affianca il campanile.

Chiesa San Valerio.

Chiesa San Valerio, particolare.

Questa torre campanaria, che svetta solitaria nella valle, è caratterizzata da uno stile romanico, con un doppio ordine di bifore e trifore al di sopra del quale si pongono delle monofore trilobate (soluzione adottata anche per Carano).

Fino alla prima metà del Novecento il campanile risultava essere intonacato e decorato con finti capitelli. Un restauro del 2019 ha riportato il campanile al suo aspetto originario.

All’interno del piccolo edificio, possiamo notare i resti del basamento di un altare nella zona del presbiterio; è stata inoltre ipotizzata la collocazione di un fonte battesimale in corrispondenza di un avvallamento sul fianco meridionale.

Ricco di fascino e grande suggestione, l’edificio può essere ammirato da tutte le angolature e vale la pena affacciarsi sul panorama sulla valle, grazie al prato che digrada verso il torrente Avisio.

Dopo aver ammirato con calma la Chiesa di San Valerio, torniamo sui nostri passi e prendiamo il sentiero che costeggia il colle e prosegue in discesa. Possiamo godere di numerosi scorci sul campanile, su Cavalese, sulla Pieve di Santa Maria Assunta e su tutte le montagne circostanti…

Val di Fiemme in estate.
Chiesa San Valerio vista dal basso.
Val di Fiemme in inverno.
Chiesa San Valerio vista dal basso e montagne circostanti.

ANTICA SEGHERIA VENEZIANA

Attraversando i campi, seguiamo l’indicazione verso l’antica segheria, a destra, e iniziamo qui a costeggiare dall’alto il torrente Avisio, di cui possiamo sentire a tratti lo scrosciare delle acque. Il sentiero è più stretto e a volte si addentra nel bosco, finché non scende verso il Rio Bambis, che taglia Cavalese: appena usciti dalla vegetazione subito ci si para davanti l’antica segheria veneziana. Si tratta di un edificio di dimensioni modeste, intonacato di bianco e ben tenuto, dove spicca, a lato, l’imponente struttura lignea necessaria per il funzionamento delle seghe veneziane. Esse, azionate dalla forza dell’acqua, esistevano in Val di Fiemme fin dal XVI secolo; producevano materiale d’uso locale, mentre il resto del legname ricavato dalle foreste veniva fatto viaggiare nelle acque dell’Avisio (fluttuazione). Il numero di queste segherie aumentò notevolmente dal 1859 con la costruzione della strada per Ora: grazie ad essa, le tavole ottenute in segheria erano caricate su appositi carri e prendevano la via verso la Val d’Adige.

Rimasta attiva fino al 1973, è stata recentemente ripristinata a cura del Comune di Cavalese e viene oggi attivata nella stagione estiva a scopo dimostrativo durante visite organizzate, durante le quali è possibile immergersi nel passato, fra tradizioni e antichi saperi. (Qui potete leggere la nostra esperienza durante una visita e vedere il funzionamento della sega.)

Antica segheria veneziana di Cavalese.
Federica all'antica segheria veneziana di Cavalese.

Ci troviamo adesso sulla strada asfaltata che ci condurrebbe a sinistra al torrente Avisio (e alla Cascata di Cavalese) e a destra verso il centro del paese. Saliamo per qualche decina di metri e, in corrispondenza di un tornante sulla sinistra, vediamo bene l’imbocco di un sentiero. Torniamo quindi ad immergerci nel bosco e ci troviamo all’interno della ZSC di Molina Castello. La vegetazione è molto fitta e camminare è piacevole… In alcuni punti, tra le fronde degli alberi, spunta Castello ed è possibile osservare la valle da nuove e particolari angolature.

Arriviamo ad una ripida salita (l’unica degna di nota dell’intero percorso), composta da gradoni di legno. Superata questa piccola fatica, il sentiero prosegue in leggera pendenza e presto si apre su altri campi coltivati. Di nuovo il nostro sguardo può spaziare sulla valle e abbracciare le montagne da entrambi i lati; vediamo le case di Cavalese e pure la Chiesa di San Valerio.

Chiudiamo il nostro giro ad anello percorrendo la strada asfaltata che costeggia il torrente Rio Gambis e ritrovandoci proprio nel centro di Cavalese, dove possiamo sostare per una merenda, un pranzo o un po’ di shopping. In alternativa, possiamo visitare il museo nel Palazzo della Magnifica Comunità della Val di Fiemme, curato e interessante, oppure decidere di godere di nuovi panorami e paesaggi arrivando fino alla pagoda e intraprendendo un’altra passeggiata, questa volta nella parte alta di Cavalese.

Torrente Avisio e Castello.
Chiesa Santa Maria Assunta a Cavalese e Val di Fiemme.
Chiesa San Valerio e panorama Val di Fiemme al tramonto.

INFORMAZIONI


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