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PALAZZO PRETORIO A SESTO FIORENTINO

Un progetto per ristrutturare e riqualificare un luogo storico

Sabato 18 giugno 2022 – durata visita: 45 min.

Se leggete questo blog da un po’ di tempo o se vi è capitato di dare un’occhiata agli altri articoli che abbiamo dedicato a Sesto Fiorentino, sapete bene che cerco di cogliere al balzo le occasioni offerte dalle visite guidate (gratuite) della Pro Loco. Questa, in particolare, era strettamente legata ad una volontà di restauro e riqualificazione del Palazzo Pretorio, proprio nel centro del paese: in accordo con l’amministrazione comunale, infatti, la cittadinanza era invitata ad esprimere il proprio pensiero sulla futura destinazione del palazzo… L’occasione è stata offerta da un’apertura straordinaria e da una serie di brevi visite guidate agli interni, messi in sicurezza ma ancora completamente da sistemare.

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - locandina.



Non a caso l’introduzione è stata fatta proprio da uno dei consiglieri del Comune di Sesto Fiorentino, seguito poi dall’Assessore alla Cultura, Promozione Turistica e del territorio, Jacopo Madau, i quali hanno conferito un tocco istituzionale all’iniziativa, ma soprattutto hanno spiegato brevemente i lavori di restauro. Iniziati nel 2020, infatti, essi si sono subito interrotti a causa della pandemia, per riprendere poco dopo e concludersi nel 2021, grazie al contributo della Regione Toscana. La bella facciata e il tetto nuovo si devono proprio a questo intervento. Come accennato, adesso l’interno è stato messo in sicurezza, ma deve essere completamente restaurato: i lavori dovrebbero terminare nel 2026.

Dopo la breve introduzione, è iniziata la visita guidata…

LA STORIA

Eretto alla fine del XV secolo (1477 è la data che leggiamo sull’architrave dell’ingresso), il palazzo nacque come sede del podestà, che rappresentava in loco l’autorità della Repubblica fiorentina. Infatti, il borgo di Sesto passò da feudo dei vescovi fiorentini nella prima metà del Duecento a dominio del Comune di Firenze già nella seconda parte del secolo. Nel 1376 iniziò un processo di ristrutturazione territoriale per cui le leghe del contado, guidate all’epoca dal Capitano del Popolo sempre nominato da Firenze, confluirono in Podesterie. Il primo podestà di Sesto di cui ci è giunta notizia fu Andrea Cioffi (1408). Nel 1423, per un’ulteriore revisione del territorio, la suddivisione delle podesterie mutò e quella di Sesto fu unita a Fiesole: nel corso dei secoli, infatti, il podestà abitò per parte dell’anno a Sesto, nel Palazzo Pretorio, e in parte sulla collina fiesolana. Solo con Pietro Leopoldo le due podesterie furono nuovamente separate nel 1772.  

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino.


La scelta di questo luogo quale sede del Palazzo Pretorio è tutt’altro che casuale: si trova, infatti, sulla strada maestra che da Firenze portava a Prato, in una posizione strategica, quindi, per gli scambi commerciali. Il podestà aveva compiti simili a quelli del sindaco dei nostri giorni, ma era anche giudice di cause civili e penali; dato che esso si trovava a deliberare su diversi tipi di questioni, dagli adulteri ai problemi di proprietà, doveva essere super partes e, per questo, non poteva essere scelto tra le famiglie già conosciute della zona, con interessi troppo vividi per garantire l’imparzialità necessaria.

La storia dei diversi podestà che si succedettero a Sesto Fiorentino si interseca con quella del territorio e non solo… Basti pensare al podestà Sapiti che governò nel 1511-12, durante il tempo del sacco di Prato, dell’invasione dei mercenari spagnoli, i quali portarono grande subbuglio e persino la peste…

La podesteria repubblicana divenne poi granducale: a questo passaggio si deve la presenza dell’enorme stemma mediceo che troneggia in facciata. La famiglia dei Medici prese infatti ufficialmente il dominio del territorio con l’istituzione del Granducato da parte di Cosimo I de’ Medici (1569). Lo stemma e in particolare i due angeli che lo sorreggono testimoniano una svolta storica, ma anche artistica, con un’apertura al manierismo del Cinquecento. Il cambiamento del potere segnò anche un mutamento nella popolazione e soprattutto nelle famiglie dominanti: le ville intorno a Sesto divennero medicee, come quelle di Castello e della Petraia. L’intera corte cominciò ad acquistare proprietà intorno, come Villa Corsi Salviati: tutti questi possedimenti e dimore erano posseduti da famiglie vicine ai Medici. I Ginori, celebri poi per la manifattura di Doccia, misero all’opera maestranze sestesi; i Carlini erano gli avvocati dei Granduchi medicei alla fine del Cinquecento; i Grazzini erano mercanti provenienti dal Mugello e in contatto con la corte fiorentina. Il proliferare delle ville e la presenza di potenti famiglie portò ricchezza al territorio: l’economia era vivace e dinamica. Il podestà ebbe qui un’importante funzione: era lui a concedere il permesso di costruire le abitazioni e di ristrutturarle.

Nel Settecento il sistema delle podesterie ebbe fine, ma il palazzo continuò ad avere diverse funzioni, come quella amministrativa, che mantenne fino alla costruzione di un nuovo centro della vita comunale (1870). In particolare, in seguito alle riforme dello Statuto del Granducato del 1848, l’edificio fu trasformato da Podesteria in Pretura; a metà dell’Ottocento, perse la funzione pubblica per divenire un semplice archivio degli atti.

Nel 1929, dopo un intervento di ampliamento al quale dobbiamo la conformazione attuale (nel progetto c’era anche l’erezione di una torretta a fascio littorio, mai realizzata), divenne la Casa del Fascio. Nella sala aprirono un bar, che, però, non era particolarmente frequentato: per allettare la popolazione decisero allora di costruire un campo da bocce sul retro, che però non riscosse il successo sperato.

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - cartoline.
Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - cartoline.

Al periodo fascista risale anche l’importante intervento di restauro, affidato all’architetto Zumkeller, docente all’università di Firenze: a lui il governo demandò il recupero di vari palazzi civici, sempre in stile medievale. Vi era, infatti, un sogno affascinante del Medioevo e si desiderava recuperare l’architettura medievale. L’ultimo intervento sul palazzetto, dunque, era stato operato durante il fascismo…

Nel 1947 l’immobile tornò di proprietà comunale e divenne prima un cinema, poi sede di partiti fino agli anni ’90. Lo stato di degrado divenne sempre più importante nel corso degli anni: per questo l’intervento di restauro iniziato nel 2020 ha assunto un enorme rilievo.

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - scavi.


Una piccola curiosità: abbiamo parlato della storia del Palazzo Pretorio dalla sua costruzione, ma probabilmente altri edifici sorsero precedentemente in questo luogo. Gli scavi, infatti, hanno portato alla luce, oltre ad una cella carceraria risalente al periodo della podesteria, anche altri setti murari più antichi, alcuni risalenti al Trecento e uno forse di epoca classica.

La strada dove sorge il palazzo, infatti, era strategica perché conduceva da Firenze fino a Lucca: è possibile indovinarne l’assetto ancora oggi, sebbene le vie siano leggermente cambiate. Tale via di comunicazione esisteva fin dall’epoca romana; quindi i reperti potrebbero provenire proprio da quest’età, se non addirittura dai tempi etruschi. La datazione sarà possibile solo dopo gli studi condotti sui materiali da parte della Sovrintendenza di Firenze, ma non deve stupire un’origine così antica: questo territorio, infatti, non solo era una via per il commercio, ma aveva anche una grande importanza per la fertilità dei campi, con coltivazioni e un sistema di irrigazione delle acque

È molto interessante come, partendo da Palazzo Pretorio e da ciò che è visibile oggi ai nostri occhi, possiamo addentrarci nella storia del territorio, abitato fin dall’epoca Villanoviana.

LA VISITA

Arriviamo in piazza Ginori, dove il Palazzo ci accoglie con il suo intonaco bianco e le decine di stemmi che adornano la facciata… Vediamo subito l’architrave dove è posta la data 1477, l’anno in cui vi si trasferì il primo podestà. Notiamo anche un piccolo campanile a vela con una campana, che aveva funzioni di allerta per la popolazione; essa serviva per avvertire i cittadini di un pericolo imminente, come un incendio o un attacco nemico.

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino.

Ci fermiamo ad ammirare gli stemmi, la vera gemma di questo grazioso, semplice e lineare palazzo e che coprono circa quattro secoli di storia: dagli stemmi robbiani del Quattrocento a quelli settecenteschi in stile rococò. Attraverso di essi possiamo persino notare l’evoluzione nella storia dell’araldica; sono molto vari non solo come datazione, ma anche perché di persone differenti, realizzati in stili e materiali diversi. Ciò ha reso molto complesso il restauro, che ha fatto risaltare la presenza di tali stemmi… Questi offrono un’importante testimonianza dell’avvicendarsi delle famiglie, potenti nella zona, come i Frescobaldi e i Gucci i cui stemmi sono in maiolica dipinta, robbiani. Ogni podestà era tenuto per legge a lasciare alla fine del proprio mandato lo stemma e una balestra, al fine di imprimere una traccia del proprio passaggio. Ovviamente, più la famiglia era potente e ricca, più bello e importante appariva lo stemma, simbolo dell’influenza e della grandiosità dei personaggi.

Notiamo innanzitutto come sia raro che i palazzi conservino un numero tanto elevato di stemmi: qui sono ben 64! I materiali, inoltre, sono di diverso tipo: pietra, maiolica, marmo e affresco. La prima, purtroppo, essendo pietra serena proveniente dalle cave di Fiesole, è quella maggiormente danneggiata, anche a causa delle piogge acide. Molto interessante è l’uso della maiolica: ciò è una fondamentale testimonianza della passione di Sesto per la ceramica. Sono addirittura 12 gli stemmi superstiti in questo materiale; si tratta di un documento importante a favore del legame con Montelupo e della tradizione artigianale del luogo, che si è estesa nei secoli fino alla nascita della Manifattura Ginori alla fine del Settecento.

La grande varietà degli stemmi ha posto la maggiore difficoltà nei restauri, che hanno dovuto affrontare un degrado strutturale oltre che estetico (con infiltrazioni d’acqua in facciata) e un precedente intervento di ristrutturazione fatto con il cemento… Ogni stemma è stato consolidato e reintegrato, così da essere reso nuovamente leggibile. Secondo la restauratrice, Dr.ssa Barbara Bersellini, uno degli elementi più interessanti è proprio l’affresco mediceo: nel tempo esso aveva perso quasi completamente il proprio colore, ma, grazie all’incisione preparatoria e ai frammenti di colore lì ritrovati, è stato possibile restituirlo a parte del suo antico splendore.

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - stemmi in facciata.
Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - stemmi in facciata.

Mi ha colpita molto come, in un’intervista, la Dr.ssa Bersellini abbia raccontato della soddisfazione che ha accompagnato il restauro: tante persone del luogo si fermavano ad ammirare il lavoro, si congratulavano e ringraziavano… I cittadini sembravano così aver ritrovato parte delle proprie radici, dei ricordi, ma anche della storia.

In effetti, guardando la grande e paziente opera compiuta, non possiamo che ammirarne il risultato!

Entriamo adesso nel palazzo e ci troviamo in uno stretto corridoio, con l’intonaco screpolato e un odore un po’ stantio, di mura a lungo chiuse e ammuffite. A sinistra si apre la sala meglio conservata, dove un tempo si trovava il bar della Casa del Fascio e adesso solo sedie ammassate alle pareti. In fondo, notiamo lo stemma di uno degli ultimi podestà, datato 1758.

Dal lato opposto del corridoio alcune porte sono divelte e sostituite da una ringhiera, che mette in sicurezza il luogo: vediamo resti dei muri, un accenno di intonaco azzurro… E’ questo il luogo dove sono avvenuti gli scavi e sono stati ritrovati i resti forse romani e l’antica cella carceraria. Il podestà, infatti, amministrava anche la giustizia: i detenuti erano segregati nelle carceri del palazzo e le esecuzioni venivano eseguite nella piazza antistante. In una nicchia un affresco, non visibile nella nostra visita, raffigurava la Madonna, davanti alla quale erano portati i condannati per la loro ultima preghiera.

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - scavi.
Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - stemma del 1758.

La commistione tra civile e religioso è molto presente e possiamo ravvederla anche in un altro particolare: in una lunetta nell’ingresso si distingue un affresco molto sciupato che raffigura una Natività del 1512, con una funzione di protezione.

Proseguiamo lungo il corridoio e ci fermiamo ad osservare alcuni pannelli appesi ai lati, impedendo l’accesso al piano superiore, di cui intravediamo delle grandi scale. Guardiamo con attenzione alcune cartoline che ritraggono il Palazzo in varie epoche: nei primi del Novecento, davanti ad esso correvano le rotaie del tram elettrico, che aveva sostituito quello a vapore. Vediamo anche l’insegna del vecchio cinema e veniamo portati indietro nel tempo dalle immagini…

Infine, usciamo sul retro, dove adesso si tengono letture e presentazioni di libri, in collaborazione con la libreria accanto, Rinascita: è un luogo grazioso, ma molto spoglio, ornato solo da alcuni fiori e sedie colorate.

Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - affresco, Natività, 1512.
Palazzo Pretorio a Sesto Fiorentino - retro.

Prima di uscire di nuovo in piazza, io e mia madre ci fermiamo a compilare un questionario sulla futura destinazione del Palazzo Pretorio: cosa vorremmo che diventasse? Reputo di grande valore questo tipo di iniziative perché rendono attiva e partecipe la cittadinanza, finalmente impegnata per riappropriarsi dei luoghi che le appartengono. Spero di vedere presto la nuova destinazione del Palazzo Pretorio, completamente restaurato!

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