Due ore passeggiando nella storia
Sabato 17 giugno 2023
Durante il nostro weekend nei dintorni di Saturnia, non potevamo non visitare questo delizioso borgo, della cui storia vi abbiamo parlato in un altro articolo e di cui abbiamo visitato anche la Necropoli del Puntone, facilmente raggiungibile in auto.
Saturnia è un gradevolissimo borgo arroccato su un promontorio nel cuore della Maremma toscana; in pochi scelgono di visitarlo durante il giorno, mentre diventa più affollato la sera. Il parcheggio è prevalentemente a pagamento, ma ve ne sono alcuni gratuiti, ad esempio vicino al Museo Archeologico e alle rovine di Bagno Secco. Occorre prestare una certa attenzione, perché abbiamo notato che la polizia municipale è particolarmente attiva… Altrimenti vi è un parcheggio a pagamento piuttosto grande prima di entrare in città.
Dopo aver visitato la Necropoli del Puntone, fuori Saturnia, insieme alla nostra cagnolina Frida, abbiamo passeggiato tra i monumenti, le curiosità e i reperti archeologici per circa due ore.
BIBLIOTECA
Il nostro itinerario inizia dalla principale via di accesso al borgo, proprio davanti alla biblioteca, che costituisce il primo punto di interesse del percorso. Si tratta di un edificio di piccole dimensioni, caratterizzato da una serie di archi, come fosse stato pensato quale loggiato; in realtà qui si trovavano gli antichi lavatoi di Saturnia, che facevano parte del progetto dell’acquedotto risalente al 1913. Attualmente il complesso ospita il nucleo bibliotecario del paese e svolge la funzione di info-point, anche se con orari piuttosto ridotti.
Nel piccolo giardinetto davanti alla Biblioteca possiamo osservare alcuni reperti archeologici di età romana, provenienti dalla stessa Saturnia o da insediamenti sparsi nel territorio circostante: sono blocchi architettonici di grandi dimensioni, probabilmente di edifici importanti come templi e ville, ma anche elementi di macine e torchi, tipici delle attività produttive svolte nella campagna intorno alla città.
PIAZZA VITTORIO VENETO
Proseguiamo lungo la via principale e in tre minuti siamo arrivati al centro focale di Saturnia: piazza Vittorio Veneto, che ci accoglie con i suoi giardini ordinati, i suoi due bar e i ristoranti con i tavolini all’esterno elegantemente apparecchiati. L’animazione di questo luogo è moderata, forse anche a causa dell’orario pomeridiano, ma si respira un’atmosfera di tranquilla pacatezza.
Decidiamo, così, di fermarci all’Antico Bar Centrale, dove prendiamo un caffè e io scelgo di assaggiare un gelato (hanno pure il cono senza glutine!). Ci sediamo all’ombra dei grandi alberi e ci guardiamo attorno…
Grazie a un pannello illustrativo scopriamo che la piazza è davvero il fulcro di Saturnia, poiché qui si incontrano il cardo e il decumano massimi risalenti al periodo della colonia romana. Davanti al ristorante I due cippi, sotto il lastricato dove camminiamo, ci sono delle terme romane, non alimentate da acque sulfuree, ma con l’usuale struttura di calidarium, tepidarium e frigidarium e con un pavimento decorato a mosaico con motivi marini. Sempre nei pressi del medesimo ristorante, che si estende sul lato opposto della piazza rispetto al Bar Centrale, possiamo individuare i due splendidi cippi, da cui il locale prende il nome, con incisioni latine: sono due importanti testimonianze di personaggi pubblici (II sec. d.C.).
Non si tratta delle uniche testimonianze romane della piazza: essa è utilizzata quale museo a cielo aperto per una serie di epigrafi latine di epoca tardo-repubblicana e imperiale, oltre a delle moli olearie in pietra. I reperti sono stati recuperati nel corso degli anni nella campagna circostante e adesso è difficile risalire alla loro ubicazione originaria.
Queste testimonianze archeologiche si inseriscono perfettamente all’interno dei giardini pubblici, eleganti e con aiuole e vegetazione ben curata, al cui centro troneggia una fontana risalente al 1913, quando fu inaugurato l’Acquedotto del Fiora che portava l’acqua a tutto il territorio comunale.
Passeggiamo nei giardini e arriviamo in fondo alla piazza: qui possiamo dare un’occhiata ad un’area non edificata, che in passato è stata oggetto di indagini archeologiche, le quali hanno restituito tracce etrusche del IV sec. a.C., romane, medievali e rinascimentali, oltre ai resti dell’antica Chiesa di San Biagio. In realtà ora è difficile individuare le varie strutture: un cartello ci indica la presenza di una domus romana, scavata in proprietà Ciacci, una rocca, cisterne… Purtroppo tutto è invaso dalla vegetazione. Così, passiamo di fronte al Polo Culturale Pietro Aldi, che conserva ed espone la maggiore collezione di opere del pittore ottocentesco mancianese, noto per i suoi dipinti ispirati all’Italia appena nata e alla sua terra natia, la Maremma.
CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA
Abbiamo completato il nostro giro della piazza e possiamo spostarci verso la chiesa principale, di cui subito individuiamo l’alto campanile che svetta tra le case. Affacciata su piazza Diaz, la Chiesa di Santa Maria Maddalena, di origine romanica, fu restaurata e modificata nel corso dei secoli; la più antica citazione della sua presenza, infatti, risale al 1188, ma l’attuale veste dell’edificio è dovuta al radicale restauro del 1933.
La facciata è seria e semplice e invoglia ad entrare; all’interno è conservata la preziosa tavola raffigurante una Madonna con Bambino tra San Sebastiano e Santa Maria Maddalena, attribuita a Benvenuto di Giovanni (fine XV sec.): il dipinto è caratterizzato da una raffinata eleganza, sfumature cromatiche e studiati effetti di luce. L’opera è inserita in un’imponente macchina processionale, realizzata in legno intagliato, dipinto e dorato, da una bottega senese nella prima metà dell’Ottocento.
La chiesa custodisce inoltre due croci lignee della fine del XVIII secolo, una coppia di angeli reggicandelabro seicenteschi in legno intagliato e dipinto e un tabernacolo ligneo a forma di chiesa con le immagini di Santa Chiara e Sant’Elisabetta di Ungheria.
ROCCA ALDOBRANDESCA
Appena usciti dalla chiesa possiamo ammirare alcuni dei monumenti più importanti di Saturnia, in primo luogo il Castello… Purtroppo l’interno non è visitabile, ma possiamo scorgere qualcosa affacciandoci dal cancello.
La rocca fu costruita dagli Aldobrandeschi in epoca medievale, tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, su preesistenti strutture difensive. La fortificazione fu gravemente danneggiata agli inizi del Quattrocento, tanto da richiedere ai Senesi la necessità di effettuare lavori di ristrutturazione e riqualificazione, che diedero al complesso un’impronta in stile rinascimentale (1410).
All’interno dell’area delimitata dalle mura della rocca, si trova il Castello Ciacci, edificato dall’omonima famiglia nel 1929 in stile neomedievale con una torre merlata che richiama l’originario stile medievale del rimanente complesso.
VIA CLODIA E PORTA ROMANA
Proprio davanti alla grande struttura fortificata si dipana una delle strade più importanti e famose di Saturnia, la via Clodia, che in epoca romana era l’arteria principale per collegare la città con Roma, formando anche uno svincolo con la via Aurelia. Questa strada attraversava tutto il territorio circostante e fu appositamente edificata dopo la colonizzazione, nel 183 a.C. Il nome deriva da colui che promosse la sua costruzione; i due candidati più probabili sono il censore Caio Claudio Cento e il console e censore Appio Claudio, detto il Cieco.
Passeggiamo sulle pietre perfettamente levigate e arriviamo a Porta Romana, l’unica rimasta delle esistenti (Porta Fiorentina, Porta di Fonte Buia, Porta dell’Inferno o di Fonte Cenciosa); risale al periodo senese ed è realizzata con materiali di recupero. Infatti, vi è incastrata una lastra di travertino con iscrizioni latine.
La visita a questa porta è sicuramente di grande impatto, anche grazie alla presenza delle rocce aggettanti e delle mura, ben identificabili in questo punto. La cinta fu probabilmente tracciata su precedenti muri etruschi ed è di origine romana (II sec. a.C.), rafforzata poi nel Medioevo dagli Aldobrandeschi e infine completamente restaurata dai Senesi a causa dei numerosi danneggiamenti.
BAGNO SECCO
Torniamo nel centro di Saturnia e imbocchiamo una strada residenziale, dove si trova il Museo Archeologico, purtroppo in stato di completa decadenza e in un edificio pericolante…
Tra case più rustiche troviamo un grande spiazzo delimitato da bassi muretti: siamo davanti a Bagno Secco, ovvero alla sorgente termale ormai prosciugata che un tempo zampillava proprio nel borgo. Numerose sono le leggende e i racconti connessi a questo luogo; la più avvincente è sicuramente quella che ha come protagonista il paladino Orlando, giunto a Saturnia al seguito di Carlo Magno. Insieme al compagno d’armi Rinaldo, erano diretti a Roma, ma, giunti alla Buca dei Paladini, Rinaldo sparì misteriosamente; Orlando si mise a cercarlo e arrivò così a Saturnia, città in possesso degli infedeli. Il suo eccezionale cavallo riuscì a scavalcare le mura con un balzo e il paladino sconfisse i guerrieri saraceni; tuttavia, durante la battaglia coloro che erano caduti colpiti a morte ricomparivano poco dopo.
Orlando chiese spiegazioni ad un’anziana signora ed essa gli spiegò che dentro Saturnia vi era una sorgente miracolosa, capace di guarire qualsiasi ferita. Così il cavaliere si rivolse direttamente alla fonte: “O bagno che sta’ dentro Saturnia, va’ nel piano e medica raspo e rogna!” La sorgente si prosciugò all’istante e prese a sgorgare più in basso, lasciando solo quello che ora si chiama Bagno Secco. Si tratta di una leggenda interessante perché spiega un fenomeno geologico effettivamente accaduto, cioè la migrazione della sorgente termale nel luogo attuale.
PORTA FIORENTINA E PORTA DI FONTE BUIA
Proseguendo oltre Bagno Secco, possiamo arrivare fino a dove si trovava Porta Fiorentina, di cui apprezziamo il tratto di mura, in particolare quelle merlate, prodotto della ristrutturazione senese del Quattrocento.
Cominciando a tornare sui nostri passi, allunghiamo il percorso fino ad arrivare a dove si ergeva la Porta di Fonte Buia, dall’altro lato del borgo. Qui possiamo ammirare un bel panorama sulle colline circostanti e, rientrando verso il centro, fermarci ad osservare alcuni antichi ruderi di edifici pubblici di epoca romana.
Dopo l’insediamento della colonia romana (183 a.C.), infatti, Saturnia fu dotata di tutti i tipici elementi che contraddistinguono le città romane, in primo luogo il foro, che sorgeva proprio in quest’area. Qui dovevano disporsi una serie di edifici pubblici, rimasti in uso fino alla tarda antichità; ne sono una traccia il pilastro angolare tardo repubblicano, probabilmente appartenente alla basilica; il podio, che apparteneva ad un tempio; tracce di un altro edificio pubblico di grandi dimensioni, quasi sicuramente una cisterna a pilastri, pavimentata in cocciopesto.
Aggirandoci tra queste monumentali tracce del passato, ora inglobate nell’assetto urbano e persino in alcune abitazioni, siamo tornati al punto di partenza, concludendo l’itinerario alla scoperta dell’affascinante Saturnia.
Nei dintorni, da non perdere, consigliamo la visita alla Necropoli del Puntone, suggestiva e sconosciuta, e le Terme di Saturnia, ben più affollate. Per un’esperienza indimenticabile di glamping nel silenzio di una vigna, merita senza dubbio una menzione la Fattoria La Maliosa, dove abbiamo soggiornato durante il nostro weekend.
INFORMAZIONI
- Saturnia: https://www.tuttosaturnia.com/
- Polo Culturale Pietro Aldi: http://www.poloaldi.it/
- Origini mitiche di Saturnia: https://www.maremmans.it/2020/le-origini-mitiche-di-saturnia-e-delle-sue-terme/
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