Libri Romanzi

“MUSEO ANIMALE” DI CARLOS FONSECA

Un libro per anime inquiete e ossessive

MARZO 2023

Chi legge questo blog ormai sa che la maggioranza dei libri che leggo o li ho trovati per caso in qualche negozio o bancarella dell’usato o sono il regalo da parte della mia famiglia. In quest’ultimo caso direi che la mia scelta e il mio desiderio sono praticamente pari a zero, poiché i romanzi che mi vengono donati sono frutto dell’interesse e della curiosità altrui. Fortuna vuole che io sia una lettrice onnivora e che, quindi, non abbia un genere o uno stile prediletto. Inoltre, i libri che mi vengono regalati mi permettono di scoprire autori e scritti a cui non mi sarei mai avvicinata… “Museo animale” rientra in questa casistica.

Anche tralasciando il numero di pagine (oltre 450), che tende sempre a spaventarmi, non solo non ho mai letto niente di Carlos Fonseca, ma il suo stile non è decisamente uno dei miei preferiti. Tuttavia, sono contenta di aver letto questo libro… Ecco perché.

Regalo dell’Epifania da parte di mia zia (ma scelto ovviamente da mia mamma, che ha un certo gusto per i libri particolari), non ho osato avvicinarmici prima di marzo perché ero spaventata dalla lunghezza del volume e dalle pagine fitte e quasi prive di discorsi diretti. In realtà, una volta cominciato, ho letto questo romanzo (se così vogliamo chiamarlo) in tempi sorprendentemente brevi…

Dopo lo scoglio iniziale delle prime pagine e il fastidio che ho provato nella prima sezione, perché non riuscivo a capire dove il libro stesse andando a parare, ho divorato le trecento pagine centrali, che secondo me sono le migliori. Questo è un punto non proprio a favore di Museo animale: ci insegnano, infatti, che la parte centrale di una storia può essere mediocre, mentre la cosa più importante è il finale… Ma questo non è un romanzo come tutti gli altri, anzi, sembra volersi costruire come un genere diverso, in rottura con le regole tradizionali, sotto tanti punti di vista.

Carlos Fonseca, Museo animale.


Uno degli aspetti che più mi ha colpita durante la lettura è stato la mia predisposizione d’animo. Come ho accennato, tutta la prima sezione è stata per me dominata dalla fastidiosa, costante domanda “Dove stiamo andando?”, mentre nella parte centrale ho finalmente cominciato a pensare di intuire un senso, un significato, un file rouge che congiungesse i puntini in un disegno chiaro e definito…

Tuttavia, ho solcato le pagine del finale con una certa rassegnazione: “Non stiamo andando da nessuna parte, o quasi”, mi dicevo mentre leggevo. E in un certo senso è così.

In verità, il libro si sviluppa intorno ad una trama, una storia che il lettore segue e che addirittura assomiglia ad una sorta di giallo, ma (spoiler!) la rivelazione che ci si aspetta non avviene mai… Abbiamo bisogno di un colpo di scena, un twist improvviso, agogniamo una sorpresa scioccante, un incredibile disvelamento… e invece niente. (Faccio un doveroso disclaimer: può darsi che questa rivelazione sia presente nel libro, ma io sinceramente non me ne sono accorta.)

Riflettendoci c’è un motivo sensato a questa assenza di colpi di scena: il libro parla di ossessioni e di ossessivi, di ricerche di indizi, con una sovrabbondanza di dettagli e particolari, storie vere, personaggi storici e artistici, conosciuti e quasi ignoti, storie di archivi polverosi e trame inventate. Ognuno è solo nelle proprie ossessioni, nella ricerca di un senso, di uno schema, un pattern, un filo rosso che spieghi tutto. Il lettore, alla fine, non è poi così diverso dai personaggi: nella marea di indizi e nelle ricorrenze cerca uno schema che porti un significato, la tanto agognata rivelazione. Quali sono i dettagli non casuali? Quali i veri indizi e quelli posti per sviarci? Quali gli eventi prodotti solo dal caso e quali quelli da usare per risolvere questo puzzle vastissimo e intricato?

Carlos Fonseca, Museo animale.


Mentre leggevo le prime pagine, parlando con Lorenzo, il mio compagno, mi incaponivo a ripetere che non capivo perché questa sovrabbondanza di materiale, questa sequenza infinita di storie, persone, articoli, fatti scientifici, luoghi… Mi sembrava di essere capitata nel diario di un uomo allucinato o, meglio ancora, di un drogato. Tutto era riportato meticolosamente, ma in un modo che mi appariva inaffidabile: troppe cose per essere prese tutte in considerazione, troppi indizi per essere tutti necessari… Quali erano superflui? Il narratore era inaffidabile come un ubriaco, che ci vomita addosso una testimonianza frutto di verità e fantasia. Come distinguere l’una dall’altra?

Il finale non è aperto né chiuso; è uno sfiancamento, proprio come sostiene uno dei personaggi. L’ossessione non ha né verità né fantasia, costruisce e distrugge schemi casuali, trova ricorrenze senza badare al fatto che possano essere reali o fittizie. L’importante è crederci.

Non avendo questo tipo di tratto ossessivo, mi è difficile entrare in empatia con i personaggi. Il senso stesso della vita, per me, è una scelta arbitraria e non esiste Dio, filosofia, pensiero o manifestazione che possa spiegarcelo. Lo sceglieremo noi per continuare a vivere, senza affannarci in indizi e in schemi esterni, senza coinvolgere personaggi storici o modelli influenti di persone che abbiamo conosciuto.

Tuttavia, una delle chiavi di lettura più condivisibili che ho trovato all’interno di Museo animale è che, oltre la logica, chi ha bisogno di credere continuerà a farlo con sempre maggiore ardore.

p. 427

“È arrivato alla fine del viaggio aspettando il momento del disincanto, e capisce invece che la frustrazione serve solo a scatenare il fanatismo”

Mi preme dire che pure questa prospettiva viene poi ridimensionata da altri avvenimenti e punti di vista, ma è un’interpretazione che personalmente mi parla. Non è un pensiero edificante e non concede molta fiducia agli uomini, ma è qualcosa che ho visto accadere e che segna non solo i diretti interessati ma anche tutti coloro che li circondano, conduce a scelte terribili e ad infliggere dolori insensati.

Forse, alla fine di questo libro, ciò che mi porto dietro è una domanda: “Fino a che punto sei disposta a spingerti pur di continuare a credere?” Se i pezzi che vogliamo costruiscano un puzzle non potranno mai collimare, ha senso accanirsi ciecamente nel cercare di comporre un certo disegno o vale la pena cambiare prospettiva?

L’AUTORE

Nato in Costa Rica nel 1987, Carlos Fonseca è cresciuto a Puerto Rico e negli Stati Uniti dove si è laureato all’Università di Princeton. Oggi vive a Londra e insegna a Cambridge al Trinity College. È considerato tra gli scrittori più innovativi di lingua spagnola ed è stato selezionato dalla prestigiosa rivista Granta tra i migliori giovani autori di lingua spagnola sotto i quarant’anni.
Il suo primo romanzo, Coronel Lágrimas, è del 2015; Museo animale è uscito in Spagna nel 2017, ed è stato libro dell’anno per il supplemento El Cultural.

SINOSSI

Carlos Fonseca, Museo animale.


All’alba del nuovo millennio, un giovane curatore di un museo di storia naturale del New Jersey riceve un invito da Giovanna Luxembourg, una celebre stilista di moda affascinata dal mondo animale. La donna gli propone di partecipare a un progetto di studio per una futura mostra, avviando così una relazione intensa e ambigua. Il libro inizia anni dopo, quando il curatore riceve una cartella di documenti, l’eredità postuma di Giovanna, la sintesi della loro collaborazione, e tra le carte trova una serie di indizi sulla vera storia della famiglia di lei. È l’inizio di un rompicapo che ci porta in giro per il mondo e sempre nella foresta Amazzonica, in un viaggio alla ricerca di un senso, tra arte e politica, fede e follia…

IL LIBRO

Carlos Fonseca, Museo animale, Sellerio editore, Palermo, 2022.
> https://sellerio.it/it/catalogo/Museo-Animale/Fonseca/13953


LEGGI ANCHE …

Potrebbe piacerti...