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TREKKING A SAN DONATO IN COLLINA

L’anello da Fonte Santa a Poggio di Firenze e la sagra delle frittelle

Sabato 19 febbraio 2022

Obiettivo: mangiare delle ottime frittelle ed esplorare una parte sconosciuta della natura a due passi da Firenze. Risultato: un sabato che minacciava pioggia, un vassoio di prelibatezze e un trekking ad anello di circa quattro ore. Direi che questa volta abbiamo centrato in pieno i nostri scopi! A parte gli scherzi, siamo molto soddisfatti della nostra gita fuoriporta; per questo, consigliamo di dedicare del tempo alla scoperta dei boschi e dei sentieri nei dintorni di San Donato in Collina, in generale nella zona di Bagno a Ripoli, e magari di farlo in corrispondenza della famosa sagra delle frittelle organizzata proprio presso il Circolo SMS del paese da gennaio a marzo di ogni anno.

Lunghezza complessiva10 km
Tempi di percorrenza4 ore
(con pause)
Dislivello430 m.
Grado di difficoltàFacile
SCHEDA TECNICA

L’ITINERARIO

I sentieri presenti in quest’area sono molti ed è possibile immaginare diversi itinerari, calibrati anche a seconda della difficoltà e dell’allenamento. Noi abbiamo scelto un percorso facile, ma con un buon dislivello e con alcune salite un po’ più impegnative; l’itinerario, inoltre, è molto vario, con parti nel bosco, rocce, panorami sulle montagne e sulla città di Firenze, statue e casali…

Iniziamo dal parcheggio di Fonte Santa (592 m.). Per arrivarci con l’auto, lungo una strada stretta e in salita, ma per la gran parte asfaltata, è sufficiente inserire “Parco di Fonte Santa” su Google Maps oppure seguire le indicazioni da San Donato in Collina. Passando il laghetto di Gamberaia sulla sinistra arriviamo ad uno spazio dove è possibile parcheggiare: proprio da qui partono diversi sentieri. Il nostro, indicato con 14 BC in direzione Tizzano, ci porta a fiancheggiare l’area attrezzata per picnic e grigliate e a scendere lungo un’ampia forestale per addentrarci nel bosco.

Rifugio Fonte Santa.
Federica e Lorenzo a Fonte Santa.
Fonte Santa.

RIFUGIO FONTE SANTA

Dopo pochi metri troviamo subito il Rifugio Fonte Santa (580 m.), costruito nel 1935 dai cittadini dell’Antella e denominato affettuosamente “La Casina”. All’inizio era composto da una semplice stanza con loggiato, ma nel 1938 fu ampliato e fu eretta la torretta con un piano superiore.

Come leggiamo sulla targa commemorativa, qui trovarono ricovero i partigiani della Brigata Sinigaglia durante la Seconda guerra mondiale e riorganizzarono le loro fila per affrontare la battaglia finale per liberare Firenze (agosto 1944).

Oggi questo rifugio è un punto di incontro per gli escursionisti e luogo di un’annuale commemorazione antifascista.

Poco oltre ci imbattiamo nella fontana di Fonte Santa (non potabile) e, proseguendo arriviamo ad un bivio, dove scegliamo la strada a destra, seguendo sempre l’indicazione BC, abbreviazione di “Borghi e Colline”. Questi sentieri, infatti, fanno parte di un itinerario realizzato dal Gruppo Trekking Bagno a Ripoli e perfettamente segnato.

Sentiero BC: panorami.
Sentiero BC: panorami.
Sentiero BC: panorama su Firenze.
Sentiero BC: panorama su Firenze (zoom sul Duomo).

Ammiriamo il primo cambiamento nel paesaggio: usciamo dal bosco, gli alberi si fanno più radi e ci troviamo a costeggiare campi coltivati, prevalentemente uliveti, con un magnifico panorama. Godiamo, infatti, di una fantastica vista sulle colline e sui monti, fino ad arrivare a quelli innevati, in lontananza. Compare pure Firenze e si può scorgere facilmente il Duomo con la Cupola del Brunelleschi e lo svettante Campanile di Giotto; uno sguardo più attento potrà riconoscere anche altri monumenti fiorentini, come la Sinagoga, fino ad arrivare al fin troppo visibile Palazzo di Giustizia con le sue forme imponenti e frastagliate.

Conclusa questa parte di sentiero che costeggia i campi, iniziamo a scendere una serie di tornanti verso la località Loti (484 m.), passiamo di fronte ad alcune rimesse agricole e ad un’abitazione ma non arriviamo fino alle case principali. Prestando attenzione, infatti, è possibile riconoscere facilmente l’indicazione del sentiero su un tornante della strada (divenuta asfaltata): l’indicazione è a sinistra, “BC – Gavignano”. Qui proseguiamo a sinistra, sempre scendendo e lasciando le abitazioni alle nostre spalle. Dopo pochi metri ci troviamo di fronte ad un’altra intersezione: qui un segnavia ci indica diversi sentieri; prendiamo la sinistra lasciando la strada asfaltata e tornando all’interno del bosco, con un bel panorama che si intravede tra le fronde.

Federica sul sentiero BC.
Ponte in legno sul Fosso del Poggio di Firenze.
Case in località Loti.
Federica e Lorenzo al ponte sul Fosso del Poggio di Firenze.

Ci inoltriamo tra gli alberi e il sentiero diventa sempre più stretto… È un tratto molto suggestivo, prima in discesa e poi in salita. Proprio a metà, attraversiamo un ponticello di legno sul Fosso del Poggio di Firenze (482 m.): verde di muschi, è molto grazioso, mentre l’acqua gli gorgoglia sotto. Bisogna, però, prestare un po’ di attenzione perché può essere scivoloso ed è meglio attraversarlo uno alla volta… Dopo la ripida, ma breve salita, ci troviamo di fronte ad una recinzione, che delimita il grande orto di un bel casale, posto in un fantastico punto panoramico. Sentiamo l’abbaiare di cani, che però non si avvicinano, ma monitorano la situazione alla giusta distanza. Costeggiamo la proprietà e ci troviamo di fronte al prato del Parco di Fonte Santa, in località Gavignano (503 m.)

Sebbene il nostro sentiero prosegua verso destra, in discesa (troviamo l’indicazione davanti al cancello principale, vicino ad una cassetta delle lettere rosso fiammante), il parco merita senza dubbio una visita.

Gavignano.
Pecore a Gavignano.

IL PARCO FONTE SANTA

Davanti a noi si apre un bel prato, olivi appena piantati, panchine ricavate dai tronchi degli alberi e grosse pietre trasformate in sculture… Si tratta di un luogo ameno, soprattutto se c’è il sole e ci si può distendere sull’erba. Ma cos’è e quando nasce?

È stato realizzato negli anni ’60 del secolo scorso al fine di salvaguardare e conservare un territorio con caratteristiche botaniche e storiche rilevanti: il parco ospita infatti flora e fauna tipiche della costa tirrenica (pino marittimo, scardicci, ginestre, orchidee). Esteso lungo il crinale che separa il Valdarno aretino da quello fiorentino, sul confine tra il comune di Bagno a Ripoli e quello di Rignano sull’Arno, lungo la via Maremmana, il parco prende il nome dalla sorgente di acqua potabile al suo interno. Questa fonte divenne famosa alla fine del Seicento in quanto fu usata per alimentare il condotto mediceo voluto dal cardinale Francesco Maria de’ Medici per portare l’acqua la villa di Lappeggi, sopra l’Antella.

All’inizio del Novecento, la raffinatezza dell’aria di questa zona e il suo clima salubre, che sembra risentire degli influssi marini, attraevano le famiglie benestanti: San Donato in Collina era un vero e proprio luogo di villeggiatura.

La grande pietra che ci indica di essere arrivati al “Parco di Fonte Santa” è, però, solo un’indicazione: qui potremmo dire di essere nel suo cuore, ma esso si estende ben oltre, fino ad arrivare al nostro punto di partenza. Infatti, la casa del Fascio di Antella, che abbiamo visto all’inizio, fu costruita nel 1935 come rifugio per coloro che si recavano tra i boschi anche quando il tempo non lo avrebbe consentito.

Durante la Seconda guerra mondiale, il parco ospitò le prime formazioni partigiane, ma solo negli anni Sessanta vi fu l’istituzione di un vero e proprio parco per conservare le peculiarità paesaggistiche e storiche locali. Altro scopo dell’amministrazione era quello di attrarre turisti ed escursionisti.

E le statue? Il prato che ci troviamo di fronte, infatti, è costellato di installazioni scolpite nella pietra, rappresentanti cavalli, uomini e donne… L’autore, Antonio Crivelli, che da molti anni ha il proprio studio a Bagno a Ripoli, è un amante della natura e del trekking; grazie alla sua amicizia con il proprietario di alcuni terreni a Fonte Santa, nel 2013 ha realizzato le statue che vediamo ancora oggi nel parco, creandole incidendo imponenti macigni di arenaria. In un’intervista del 2016 ha dichiarato che il progetto nasce dall’idea “della gratuità e fruibilità dell’arte e la voglia di animare questi boschi con la memoria storica che conservano”.

Scultura di Antonio Crivelli al Parco di Fonte Santa.
Scultura di Antonio Crivelli al Parco di Fonte Santa.
Scultura di Antonio Crivelli al Parco di Fonte Santa.

Scultura (cavallo) di Antonio Crivelli al Parco di Fonte Santa.

Scultura di Antonio Crivelli al Parco di Fonte Santa.

Le statue, che vediamo già distribuite in questa parte del parco, lungo il sentiero che costeggia il prato, costituiscono in realtà una sorta di percorso tra il Palazzaccio e la colonica di Gavignano: ne vediamo, infatti, delle altre in corrispondenza delle rovine del Palazzaccio. Il nostro anello, però, ne ha purtroppo escluse alcune…

Durante l’esplorazione di questa parte del parco, se vogliamo possiamo spingerci fino all’affascinante Sasso Scritto: una grande roccia affiorante nella boscaglia su cui sono incise alcune lettere etrusche su due righe. Dopo una lunga diatriba, il mistero venne chiarito: si tratta un raro tular, ovvero di un cippo di confine che stabiliva il limite territoriale. Possiamo ipotizzare questa lettura: “Confine sacro della comunità tra Fiesole e Volterra fra le genti degli Auli e dei Cursini”.


Riprendiamo adesso il nostro percorso, scendendo verso destra, secondo l’indicazione “BC – Tavarnuzze”. Qui continuiamo a costeggiare il recinto e possiamo vedere delle docili pecore al pascolo; allontanandoci dal casale, si apre di fronte a noi il panorama delle colline e della città di Firenze. Ancora qualche passo e ci ritroviamo di nuovo in un bosco di castagni, che si apre in corrispondenza del Palazzaccio di Marcignano (406 m.).


PALAZZACCIO DI MARCIGNANO

Palazzaccio di Marcignano.

Il primo impatto con questi ruderi è molto pittoresco; subito sentiamo una vena romantica: imponenti rovine e una possente natura. Quel che resta del Palazzaccio si estende sulle pendici del Poggio di Firenze a 406 m.

Il nome è il modo in cui noi oggi siamo soliti identificare il rudere dell’antico castello dei Da Gavignano. Esso era parte di un sistema difensivo composto da altri forti (Tizzano e Musignano) e, secondo la leggenda, collegato al soprastante fabbricato di Gavignano con un passaggio segreto.

Subito ci colpiscono le grandi dimensioni, anche se lo stato di conservazione è pessimo: la struttura è diroccata e ricoperta dalla vegetazione. Riconosciamo solo il perimetro della torre…

Cosa ha ridotto il castello in questo stato? Nel 1583 la fortezza era ancora integra… Purtroppo, la faglia che corre lungo il terreno causò i primi dissesti e rese progressivamente inabitabile il luogo. Possiamo ancora vedere le feritoie e altri elementi architettonici con funzione militare.

Ad aumentare la suggestione, identifichiamo facilmente le grandi pietre scolpite, tra cui emergono in particolare quella della testa di un cavallo e di un cavaliere con una spada.

Scultura (testa di cavallo) di Antonio Crivelli al Palazzaccio.
Scultura di Antonio Crivelli al Palazzaccio.

Proseguiamo il nostro percorso seguendo le indicazioni bianche e rosse e, al bivio, girando verso sinistra, lungo il sentiero terroso in salita che si inerpica nel bosco. Passiamo il Borro di Querceto prima e Casa Botoli poi. Il sentiero, sempre in salita, inizia stretto, ma poi si apre in una grande strada, via Poggio al Mandorlo, che è più pianeggiante.

Panorami lungo il sentiero di crinale 00.
Panorami lungo il sentiero di crinale 00.

Passato il Fosso Botoli (522 m.), la salita continua con una maggiore pendenza fino alla recinzione che delimita Casa al Monte (591 m.). Qui seguiamo l’indicazione sul tronco d’albero del sentiero in direzione San Donato (sentiero 00). I bivi successivi possono trarre un po’ in inganno: l’importante è ricordarsi di andare sempre a sinistra, per non scendere verso San Donato con il sentiero 15: procediamo su quello di crinale 00. Questo tratto è senza dubbio il più impegnativo, con una salita piuttosto ripida anche su grossi massi di pietra. Il paesaggio, però, ci ripaga con la sua bellezza perché sono visibili i boschi circostanti; l’unico suono che udiamo è il canto degli uccelli…

Arriviamo ad un’altra intersezione: possiamo proseguire per il sentiero più pianeggiante (a destra) oppure salire fino alla cima del Poggio di Firenze (693 m.). Beh, visto che siamo qui… Saliamo tra grossi massi: la pendenza è notevole ma sono solo poche decine di metri. D’altra parte, non si può dire che il panorama ripaga la fatica perché la vista non è particolarmente suggestiva: la cima è infatti piatta; vi si trovano un’antenna di comunicazione e una colonnina di cemento che indica il punto più alto. Passiamo vicino all’antenna e, sul retro, individuiamo facilmente il sentiero che scende tra gli alberi, fino a ricongiungersi con la deviazione precedente.

Sentiero di crinale 00, salita.
Federica alla colonnina del Poggio di Firenze.
Antenne della comunicazione presso La Racchetta.

L’ultima salita è poco più avanti, in corrispondenza di altre torri di comunicazione presso La Racchetta (658 m.). Secondo me, questo è il tratto in cui più si apprezza la vegetazione tirrenica, marittima, con delle belle piante di ginestra e altri arbusti. Salendo, avevamo proprio l’impressione che il mare fosse a poca distanza!

Da queste torri la conclusione dell’anello è a poca distanza: scendiamo infatti tra i castagni fino ad arrivare al laghetto di Gamberaia (581 m.), che è più che altro uno stagno e, dopo pochi minuti, all’area picnic di Fonte Santa e al parcheggio, punto di partenza.

LA SAGRA DELLE FRITTELLE

Locandina della Sagra delle frittelle a San Donato in Collina.


Abbiamo parlato abbondantemente del nostro trekking… E le frittelle? Non possiamo certo lasciarci sfuggire questa goduriosa occasione di assaggiare un semplice ma ottimo dolce locale!

Le frittelle di riso, infatti, sono preparate sul momento secondo la ricetta tradizionale, con arance, latte, riso e zucchero (a scelta, anche con l’uvetta). Sono naturalmente senza glutine e possono essere accompagnate dal vinsanto prodotto da un’azienda agricola locale.

La tradizione, ormai ultratrentennale, prevede che la sagra si apra subito dopo le feste natalizie (intorno al 15 gennaio) e si concluda a marzo, dopo la festa di San Giuseppe (19 marzo). Il luogo deputato è il circolo SMS di San Donato in Collina, da cui è possibile godere anche di un bel panorama sui campi e sui rilievi circostanti.

Un consiglio: se non è possibile prenotare le frittelle, recatevi la mattina per non trovare caos e assaggiatele subito calde, appena cotte, per poi, magari, portarvene a casa un bel vassoio!

Frittelle di riso.
Frittelle di riso con selezione di tè.


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