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SALENTO: CITTA’ DELL’ENTROTERRA DA NON PERDERE

Dalla Grecìa Salentina ai borghi fortificati

Quando parliamo di Salento subito pensiamo alle spiagge… Non a caso, durante il nostro on the road di nove giorni, abbiamo parlato spesso di luoghi idilliaci della costa adriatica e ionica. Il sud della Puglia, però, è anche ricco di storia e di arte, con importanti monumenti, fortezze e opere.

Nardò.


Escludendo le città principali di Lecce, Gallipoli, Otranto e Santa Maria di Leuca, a cui abbiamo dedicato articoli specifici, vogliamo qui raccogliere 8 borghi incredibilmente belli, alcuni più conosciuti, altri perennemente deserti…

  1. Acaya
  2. Corigliano d’Otranto
  3. Castro
  4. Galatina
  5. Nardò
  6. Copertino
  7. Calimera
  8. Andrano

ACAYA

Durata della visita: 2h

Acaya, uno dei borghi fortificati più belli del Salento, conquista immediatamente il visitatore con l’impatto scenico spettacolare che offre da largo San Paolo. Piccolo gioiello di architettura militare, fu fondata tra il 1521 e il 1535 da Gian Giacomo dell’Acaya, feudatario del luogo e architetto di fiducia di Carlo V, che trasformò il borgo agricolo in una possente ed elegante fortezza rinascimentale.

Le mura e il castello appaiono in tutto il loro splendore: dell’antico muro rimangono alcuni tratti antistanti un fossato e una stretta porta in pietra leccese, sormontata dalla statua di Sant’Oronzo e abbellita dagli stemmi degli Acaya. Passando sotto di essa accediamo alla piazza principale della cittadina, dove si erge il castello a pianta trapezoidale, i bastioni a forma di freccia e due torrioni circolari; fu costruito nel 1506, sulle fondamenta di un antico fortilizio, da Alfonso, padre di Gian Giacomo, il quale lo rimodellò trent’anni dopo.

Dalla piazza si dipana un reticolo di strade geometrico e ordinato; alcune di esse conducono alla Chiesa di Santa Maria della Neve, fondata nel XIII secolo e ricostruita seicento anni dopo.

Da non perdere un angolino nascosto: il camminamento sulle mura, dalle quali ammiriamo il piatto paesaggio circostante, le antiche case e una grande quantità di alberi da frutto sorprendentemente all’interno del perimetro fortificato. Riconosciamo mandarini, limoni, nespole, albicocche, melagrane…

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2022/08/18/acaya-grotta-della-poesia-torre-dellorso-e-santandrea/#acaya

Acaya - porta.
Acaya - Castello.

CORIGLIANO D’OTRANTO

Durata della visita: 2h30min

Città della Grecìa Salentina* e antico borgo medievale, Corigliano d’Otranto deriva il proprio nome dal greco Choriàna o Koriàna (in griko) e fa parte della Grecìa Salentina; da un’interpretazione errata della sua denominazione deriva lo stemma che troneggia sulle architetture pubbliche: un cuore rosso.

Numerose sono le attrazioni e un itinerario all’interno della città è d’obbligo: possiamo partire dai Giardini Pubblici ed entrare dall’accesso principale della città, la Caporta, l’unica rimasta delle due porte che permettevano l’accesso nelle mura cinquecentesche, e da qui si può godere della vista di uno dei monumentali torrioni cilindrici Castello de’ Monti (1514-19), il luogo più conosciuto della cittadina. Lo stile barocco delle decorazioni seicentesche raggiunge la massima bellezza nel balcone fregiato. Da qui si dipartono numerosi vicoli che ci conducono ad altrettanti gioielli molto più negletti rispetto all’acclamato fortilizio. Da piazza di San Nicola, dove svettano la Torre dell’OrologioPalazzo Comi, passiamo davanti al meraviglioso Arco Lucchetti (1497) e proseguiamo fino alla cinquecentesca Chiesa Madre, il cui interno a croce latina è decorato da altari barocchi, per arrivare fino alla Quercia Vallonea, un maestoso albero secolare.

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2022/08/31/corigliano-baia-dei-turchi-otranto/#corigliano-d-otranto

Corigliano d'Otranto - Arco Lucchetti.
Corigliano d'Otranto.

CASTRO

Durata della visita: 2h30min

Arroccato su un promontorio sul mare, il curatissimo borgo di Castro è una vera perla lungo la costa adriatica e offre romantici e suggestivi scorci, che possiamo goderci con una passeggiata intorno alle mura. In questo modo arriviamo al belvedere offerto da Torre Capanne, un’antica torre che si affaccia su un’area archeologica e sulle mura messapiche.

Come è facile intuire, Castro ha un’origine antichissima: il primo centro urbano risaliva al XVII-XVI secolo a.C. in seguito ad una migrazione di popoli della penisola balcanica. Sia i Messapi sia i Greci abitarono il luogo e, infine, vi arrivarono anche i romani, che diedero il nome di Castrum Minervae. Fu più volte conquistata da popolazioni barbariche e divenne un fiorente centro commerciale e un’importante fortezza militare. A causa della violenza delle incursioni dal mare, Castro fu progressivamente abbandonata ed è rinata nella seconda metà del Novecento, grazie all’attività di pescatori e artigiani, oltre alla nuova fama di meta turistica.

Fra le attrazioni da non perdere vi è sicuramente la Chiesa dell’Annunziata, eretta nel 1171, in stile romanico all’esterno e barocco all’interno. Ci colpisce in particolare un dettaglio lungo la parete esterna rivolta verso la piazza: qui si possono ammirare le rovine della precedente basilica bizantina, costruita nel IX-X secolo sui resti di un tempio ellenistico. Ultima tappa è costituita dal massiccio Castello Aragonese, che controlla la costa dal XII secolo, quando fu costruito sulle fondamenta di una rocca bizantina.

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2022/11/24/grotta-zinzulusa-e-il-borgo-di-castro/#castro-salento

Castro - mura.
Castro - Chiesa dell'Annunziata.

GALATINA

Durata della visita: 3h

Elegante e raffinata, caratterizzata da colori chiari e da un gusto d’altri tempi, Galatina deriva il proprio nome da origini greche, Bella Athina, ed è considerata l’ombelico del Salento.

La Chiesa Madre (Santi Pietro e Paolo) dalle linee barocche, frutto di una ricostruzione operata a metà del Seicento, ospita al proprio interno alcune preziose opere d’arte e un curioso masso dove, secondo la leggenda, San Pietro si sedette a riposare mentre viaggiava da Otranto a Taranto. Di più difficile individuazione nel centro della città è la Cappella di San Paolo, settecentesca, inglobata nel barocco Palazzo Tondi e luogo simbolo del culto della taranta. La cappella è infatti conosciuta come Cappella delle Tarantate. Imperdibile in una visita a Galatina è la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, famosa per il suo incredibile ciclo di affreschi, commissionati all’inizio del Quattrocento dalla moglie di Raimondello Orsini Del Balzo, che fece erigere la chiesa. I pittori impegnati erano di scuola giottesca e senese: crearono una Bibbia illustrata fruibile da tutti i fedeli, il più importante esempio di arte gotica di tutto il Salento.

Infine, non possiamo lasciare Galatina senza assaggiare il celebre pasticciotto leccese, che si dice essere nato proprio qui, alla pasticceria Ascalone.

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2023/01/17/galatina-e-nardo/#galatina

Galatina.
Galatina - Basilica di Santa Caterina d'Alessandria.

NARDO’

Durata della visita: 3h

Poco distante da Galatina e piuttosto simile ad essa, Nardò è caratterizzata da una signorile eleganza e si compone di numerosi palazzi barocchi, affascinanti e raffinati, oltre che da chiese ricche di opere d’arte. Secondo la leggenda, la città fu fondata intorno al terzo millennio a.C. nel punto in cui un toro, zampando sul terreno, fece scaturire dell’acqua… Più probabilmente furono i messapi i primi ad insediarsi sul territorio, intorno al VII secolo a.C.

Iniziando il nostro itinerario da Porta di San Paolo, preceduta dal grazioso Tempietto dell’Osanna, un prezioso esempio di costruzione in pietra leccese, la principale attrazione della città è costituita da Piazza Salandra, al cui centro si erge la Guglia dell’Immacolata Concezione (1769). L’elemento più antico della piazza è il Sedile, un palazzetto illuminato da grandi finestroni ad arco, all’interno del quale dalla fine del Cinquecento avevano luogo le riunioni del governo cittadino, che mostrava così la propria trasparenza. Sul lato opposto della piazza è ben riconoscibile il Palazzo di Città, con il suo porticato composto da sette grandi colonne lisce: esso era l’antica sede del Municipio e fu ricostruito in stile rococò nel 1772, dopo che un terremoto aveva distrutto il precedente edificio. Accanto al palazzo non possiamo perderci l’ultima perla della piazza: la Fontana del Toro, omaggio littorio (1930) alla mitica fondazione della città.

Attrazioni di Nardò sono pure la chiesa barocca di San Domenico e la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta, la cui facciata fu rivisitata da Ferdinando Sanfelice tra il Seicento e il Settecento in stile tardobarocco, quasi rococò. Infine, meritano una visita la Villa Comunale e il Castello dell’Acquaviva.

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2023/01/17/galatina-e-nardo/#nardo

Nardò - Piazza Salandra.
Nardò - Chiesa di San Giuseppe.

COPERTINO

Durata della visita: 2h30min

Copertino è il comune più popolato della provincia e ha un’origine antica: fu fondato intorno all’anno Mille e per secoli rivestì un ruolo centrale nella geopolitica del Salento. Adesso vive principalmente di turismo e di agricoltura.

Il percorso che consigliamo inizia dall’antica Porta San Giuseppe, risalente al 1754: è il punto più scenografico da cui accedere all’abitato che si è sviluppato dentro la cinta muraria, ricco di chiese e di palazzi nobiliari. L’adiacente Castello Angioino colpisce per le dimensioni (è tra i più grandi della regione) e per l’elaboratissimo portale di accesso, costruito in carparo.

La Basilica della Madonna della Neve è dotata di un possente campanile tardorinascimentale e può vantare una storia millenaria. La chiesa fu eretta nel 1088 da Goffredo il Normanno, che rase al suolo il precedente edificio bizantino; fu ricostruita nel 1235 e modificata più volte nei secoli successivi.

Copertino è una famosa meta di pellegrinaggio per venerare la memoria del santo, un frate vissuto nel Seicento, che nei momenti di estasi levitava. Oltre alle numerose incisioni votive disseminate per la città, due sono i principali luoghi di culto: il primo è il piccolo Santuario di San Giuseppe da Copertino (1754.58), davanti al quale troviamo la Stalletta, dove il santo nacque nel 1603. L’altro edificio legato al santo è il Santuario della Grottella, che si trova poco fuori città.

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2023/02/21/itinerario-a-copertino/#copertino

Copertino - Porta San Giuseppe e Castello Angioino.


CALIMERA

Durata della visita: 1h

Borgo piuttosto povero della Grecìa Salentina*, ospita la Casa Museo della Civiltà Contadina e della Cultura Grika, nata nel 2003 su iniziativa dell’associazione Ghetonia.

La chiesa principale non è particolarmente suggestiva, ma semplice e imponente. Molto più interessante è l’hospitale con, accanto, la chiesa in rovina di Sant’Antonio Abate, fondatore dell’ordine degli Ospitalieri. L’edificio accoglieva un tempo i pellegrini e i viaggiatori diretti da Otranto a Leuca; ne abbiamo traccia dal 1608 e nel tempo ha subito alcuni ampliamenti.

Un’altra perla nascosta si trova a Calimera, o meglio leggermente fuori dal centro cittadino (infatti noi prendiamo l’auto per raggiungerla): la Chiesa di San Vito, famosa per custodire nel pavimento un curioso masso calcareo con un foro, largo una quarantina di centimetri e identificato come la “pietra della fertilità” (o come la Sacra Roccia di San Vito). Ogni lunedì di Pasqua, che non a caso è il simbolo della rinascita, le aspiranti mamme ci passano sotto in un rituale propiziatorio per avere finalmente un figlio; anche gli uomini possono attraversare il foro, ma nel loro caso vengono purificati dai peccati… La pietra forata, che richiama alla mente l’utero, così come il mehir o pietra lunga è un simbolo fallico, è un tipico esempio di assimilazione nel cristianesimo di culti, credenze e riti pagani.

Calimera, pur essendo uno dei comuni più importanti della Grecìa Salentina, non colpisce immediatamente per edifici splendidi, ma sedimenta dentro… Il suo nome, che significa in lingua ellenica “bel luogo” ma anche “buongiorno”, indica subito la sua storia affascinante e apparentemente nascosta, statica nel caldo torrido dell’estate.

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2022/08/18/acaya-grotta-della-poesia-torre-dellorso-e-santandrea/#calimera

Calimera - Hospitale.
Calimera.

ANDRANO

Durata della visita: 1h

Sulle antiche origini del paese non sono giunte a noi molte notizie: secondo alcuni la sua fondazione risalirebbe addirittura ai cretesi, mentre per altri fu un luogo frequentato sia da pagani sia da cristiani. Sicuramente Andrano sorse dalle rovine del precedente abitato, Casale Cellino, devastato dall’invasione dei Vandali nel V secolo d.C. In seguito, la storia fu dettata dai feudatari proprietari della città, le cui nobili famiglie si sono succedute fino al Novecento.

Due sono le architetture che maggiormente ci colpiscono: la Chiesa Madre di Sant’Andrea Apostolo e il Castello Spinola – Caracciolo. La prima fu edificata nel 1741, sorgendo sui resti di una precedente costruzione quattrocentesca; il secondo fu costruito nel XIII secolo come fortezza ed è considerato uno dei più interessanti del sud-est otrantino. La sua geometria si fonda sul quadrilatero, la cui forma caratterizza sia la pianta sia le torri medievali. Un cornicione marcapiano divide il piano nobile da quello inferiore. La sua mole domina la piazza principale di Andrano, con un modesto parco giochi per bambini.

Maggiori informazioni: https://unpotpourri.it/2022/12/18/cala-dellacquaviva-il-ciolo-e-santa-maria-di-leuca/#andrano

Andrano - Chiesa Madre di Sant’Andrea Apostolo.
Andrano - Castello Spinola - Caracciolo.


*La Grecìa Salentina

La Grecìa Salentina è un’area a sud di Lecce, nell’entroterra, composta da 12 comuni (Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Sogliano Cavour, Soleto, Sternatia e Zollino). Qui viene mantenuta in vita una cultura ereditata dalla dominazione bizantina e un dialetto neogreco noto come grecanico o griko.

Come è accaduto? La nascita di questa zona così particolare viene fatta risalire all’influenza che sul luogo ebbero i monaci basilani, i quali fuggivano dalle politiche iconoclaste dell’Imperatore Leone III (717-41) e fondarono qui chiese e monasteri ortodossi (il più grande è quello di San Nicola di Casole a Otranto). Il greco diventò così la lingua dell’insegnamento, mentre il rito ortodosso era celebrato nelle occasioni religiose. Inoltre, nel 1453, con la caduta di Costantinopoli, numerosi greci e albanesi emigrarono in Puglia. L’idillio non durò molto, poiché qualche secolo dopo la Chiesa di Roma decise di soppiantare quella ortodossa e cominciò a edificare luoghi di culto di rito latino o a sostituire i sacerdoti ortodossi. Questa straordinaria mescolanza di lingue, religioni e culture si conserva nella Grecìa, dove, non a caso, i cartelli stradali sono in due lingue: italiano e griko.

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